30 July 2020
25 July 2020
15 July 2020
FANTIANA - Escritos sobre John Fante seleccionados por Eduardo Margaretto
PORTADA DE
MARCO DE LUCA
El nacimiento de este libro se enmarca en esas hermosas coincidencias relacionadas con libros que nos llevan a conocer a personas distintas a nosotros, por edad, origen geográfico o social que, gracias a la literatura, se convierten inmediatamente en nuestros amigos. Y eso pasó en diciembre de 2015 cuando conocimos a Eduardo Margaretto. Desde que presentamos su libro John Fante, vidas y obra (Alrevés, 2015) en nuestra librería de Valencia, han surgido una serie de sinergias muy potentes entre los fanáticos de John Fante que, desde ese día hasta hoy, primavera de 2020, nos ha llevado a conocer a fantianos de todo el mundo. Al final de cada encuentro con Eduardo nos despedíamos citándonos para la siguiente “Fantiana”, y así seguimos hasta que logró reunir esta espléndida colección de textos sobre Fante, que incluye a escritores, periodistas, libreros, profesores y simples lectores a los que este escritor, de alguna manera, les cambió la vida, como sólo la gran literatura sabe hacer. Este libro nació del deseo de celebrar a John Fante, que nos enseñó que no importa si eres italiano, filipino, americano, un viejo verde, un quinceañero, un desesperado sin un centavo o un ricachón con una mansión en Malibú. Lo importante es seguir vivos: es tener una California para soñar y una Torricella Peligna para llevar dentro de sí. Siempre.
Los escritos sobre John Fante han sido seleccionados y traducidos al castellano por Eduardo Margaretto. Este primer volumen incluye los textos de: José Ángel Barrueco, Moisés Stanckowich, Isern Jesús M. Tibau, Francesco Spinoglio, Rosa Capoluongo, Ivan Pozzoni, Vito Sabato, Gloria Guerinoni, Jesús Mir Orea, Desirée D'Anniballe, Olga Jornet, David Vivancos Allepuz, Iván Rojo, Dawn Westlake, Adrián Estévez Iglesias, D.B. Paulksen.
09 July 2020
07 July 2020
DIARIO DEL GRAN PARADISO - Anacleto Verrecchia
MARCO DE LUCA
«Dividere il cielo con gli stambecchi,
ma anche con i camosci e le marmotte, è un’esperienza molto gradevole e unica
nel suo genere: l’anima si allarga, lo spirito si arricchisce e l’innocenza
degli animali fa dimenticare la malvagità degli umani».
È questa la fondamentale esperienza fatta da
Anacleto Verrecchia in gioventù, quando per tre anni visse, lavorò e meditò nel
Parco del Gran Paradiso. Esperienza
non d’isolamento, ma, piuttosto, di diradamento del commercio coi propri
simili. Cosa cercava lassù? Certo, conforto da un tormentoso dolore, come
l’essere stato testimone diretto, da bambino, degli orrori della Battaglia di
Montecassino. Ma trovò anche altro: un punto nuovo d’osservazione degli uomini,
la possibilità d’accedere ad un diverso grado di conoscenza. Di quel periodo è
rimasto questo libro: un diario, uno zibaldone di riflessioni. Da luogo reale
il Parco diventò per lui anche un luogo mentale, un rifugio, una costante del
suo modo di giudicare e soprattutto del suo modo di essere.
Anacleto
Verrecchia (Vallerotonda, 1926 - Torino, 2012) germanista e filosofo, ha
vissuto fra Torino e Vienna, dove è stato per anni addetto culturale. Ha
scritto numerosi libri tra i quali La
catastofe di Nietzsche a Torino (Einaudi 1978), Giordano Bruno la falena dello spirito (Donzelli
2000) e Cieli d’Italia (El
Doctor Sax 2019) e ha collaborato con le pagine culturali de La Stampa, Die Presse e Die
Welt. Verrecchia odiava la caccia, i politici, i cacalibri e i
preti; invece amava molto Schopenhauer, la natura, le montagne, gli alberi
monumentali e lo sguardo nobile degli animali. Lavorò sempre al confine tra letteratura e filosofia: la
sua prosa filosofica chiara, energica e spesso polemica, è stata giudicata tra
le migliori scritte oggi in Italia.
Sossio Giametta
Gian Paolo Serino
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