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27 July 2024
17 February 2023
IL GATTO di Giovanni Rajberti su LILIANA_PIETROPAOLO (Instagram)
Il gatto ha quest'altra qualità che accarezzandolo a contrappelo sviluppa una luce elettrica, come può osservarsi nella oscurità. Dunque egli, così freddo in apparenza, ha un fuoco latente che si sprigiona nelle contrarietà.
È quello che succede anche nella specie umana agli esseri troppo felici, e avvezzi a veder tutto andar a seconda dei loro desideri. Non è gran virtù esser piacevoli, calmi e pacifici fra le ricchezze, gli agi, gli onori, circondati da ubbidienze, da lodi, da ossequi, sempre gentilmente accarezzati a seconda del pelo.
Per conoscere qual fuoco di male passioni ci possa covar sotto, basta fregarli un momento in direzione contraria. Provate un poco, in cambio di lisciargli dal capo fino ai piedi con un'adulazione plateale, a rimontar loro dal cuore alla testa con un epigramma saliente, e vedrete che ereuzioni vulcaniche di superbie, di odi, di vendette.
04 February 2023
IL GATTO di Giovanni Rajberti su VALENTINA_MECCA (Instagram)
[Connessioni letterarie Italia - Spagna a/r – Il gatto 🐱] Cosa ci farà mai un gatto su questa pagina? Non giudicare dalle apparenze! Come scrivo nella bio, qui si tratta di connessioni tra l’Italia e la Spagna e questo libro ci conduce in un particolarissimo viaggio di andata e ritorno a Valencia. È un graditissimo dono che ho ricevuto a Roma durante la fiera della piccola e media editoria, Più Libri Più Liberi @piulibri2022, dalla casa editrice
El Doctor Sax che a Valencia ha la sua sede.
L’autore, Giovanni Rajberti, conosciuto anche come il “medico-poeta”, regala una narrazione sorprendente sotto le mentite spoglie di un felino.
Già dalle prime pagine l’artifizio retorico è bello e spiegato: ci avverte subito di non fidarci dell’apparenza perché il racconto che segue
- spesso con note orwelliane, aggiungo io - nasconderà un’analisi più profonda di quanto la copertina ci vorrebbe far credere.
Tratta, attraverso la metafora del gatto e della sua vita sorniona, di giustizia, di vizi e di miseria e fallibilità della natura dell’uomo.
Più che un libro vero e proprio è un pamphlet: ho impiegato di più tempo a scrivere questo post che a leggerlo!
Lo ammetto: non conoscevo Rajberti e non so come abbia fatto a non leggere le sue opere fino ad ora.
Spero di avervi incuriositə abbastanza!
📓 Mai come in questo caso è giusto dire “nunca juzgues un libro por su portada” (“non giudicare mai un libro dalla copertina”)!
Buona lettura.
27 January 2022
05 April 2021
29 March 2021
Recensione di L'uomo Elefante e altri racconti - di Natalia Verginella (italiano)
Da bambina, nella biblioteca della nonna, amavo sfogliare un vecchio libro appartenuto al bisnonno con fotografie in bianco e nero di donne barbute, persone affette da nanismo, bimbi con piedi da elefante e altri “fenomeni da baraccone”. Li osservavo per ore nei dettagli cercando di capire cosa potessero provare in quelle pose bloccate tipiche delle fotografie dei primi Novecento.
Non so se è per questo ricordo dell'infanzia che nella mia libreria ci sono i dvd di Freaks, un film del 1932 diretto da Tod Browning, ambientato nel mondo del circo ed interpretato da veri e propri fenomeni da baraccone, e uno dei miei film preferiti, The Elephant Man di David Lynch. Proprio quest'ultimo è l'adattamento cinematografico del libro The Elephant Man and Other Reminiscences di sir Frederick Treves.
La casa editrice El Doctor Sax ne ha pubblicato la versione italiana L'uomo Elefante e altri racconti di Frederick Treves, tradotto abilmente da Armando Rotondi, e ovviamente da oggi è nella libreria di casa mia.
È un libro che si legge tutto d'un fiato. È piacevolmente semplice ma appassionante. I caratteri della copertina richiamano le locandine del circo dei primi del Novecento quando i fenomeni da baraccone erano una delle attrazioni, e l'immagine centrale creata da Marco De Luca richiama la figura dell'Uomo Elefante al centro di un mirino, al centro dello sguardo di tutti.
Frederick Treves è stato un grande chirurgo, un fine anatomista, e un abile scrittore. Racconta con attenzione per i dettagli, quasi come fosse un antropologo, il suo incontro e la sua amicizia con Joseph Merrick, il famoso Uomo Elefante, per tanto tempo esibito come fenomeno da baraccone nella Londra di fine Ottocento.
Treves non descrive di Merrick solo le deformità fisiche, ma delinea un ritratto intimo e personale con parole semplici, ma estremamente vivide che regalano al lettore dei preziosi quadri intimisti.
“Rinchiusa in un negozio vuoto e illuminato dalla debole luce blu del bruciatore a gas, questa figura ingobbita era l'incarnazione della solitudine...
Fuori splendeva il sole e si sentiva il via vai dei passanti, una melodia fischiettata da un ragazzo e il ronzio amichevole del traffico sulla strada.”
Grazie alla potenza di queste descrizioni, il lettore conosce non un fenomeno da baraccone, ma semplicemente un uomo, con le sue fragilità, i suoi sogni e le sue paure.
“Fu solo quando scoprii che Merrick era molto intelligente, che possedeva una sensibilità acuta e – ciò che è peggio – un'immaginazione romantica, che finalmente compresi la travolgente tragedia della sua vita.”
“Aveva una passione per la conversazione, ma per tutta la vita non aveva mai avuto nessuno con cui parlare.”
“Non aveva avuto un'infanzia. Non aveva avuto un'adolescenza. Non aveva mai provato piacere, Non sapeva nulla della gioia di vivere né del divertimento. La sua unica idea di felicità riguardava lo strisciare nell'oscurità per nascondersi.”
“ Era passato attraverso il fuoco e ne era uscito illeso. I suoi problemi lo avevano nobilitato.”
“Una cosa che mi aveva sempre colpito tristemente era il fatto che Merrick non potesse sorridere... Poteva piangere, ma non poteva sorridere.”
“Mi colpiva quando mi diceva che si era fatta strada nella sua mente l'idea, nell'ipotesi di vivere tra ciechi, di poter conquistare l'affetto di una donna, se solo fosse stata senza occhi per vedere.”
L'uomo Elefante e altri racconti di Frederick Treves è un piccolo capolavoro di verità, un'analisi estremamente attuale dell'uomo e della sua unicità.
Frederick Treves non descrive solo Joseph Merrick, l'uomo elefante, descrive me e forse tutti noi che ogni giorno lottiamo, nel centro del mirino, per farci accettare dagli altri semplicemente per quello che siamo.
Non so se è per questo ricordo dell'infanzia che nella mia libreria ci sono i dvd di Freaks, un film del 1932 diretto da Tod Browning, ambientato nel mondo del circo ed interpretato da veri e propri fenomeni da baraccone, e uno dei miei film preferiti, The Elephant Man di David Lynch. Proprio quest'ultimo è l'adattamento cinematografico del libro The Elephant Man and Other Reminiscences di sir Frederick Treves.
La casa editrice El Doctor Sax ne ha pubblicato la versione italiana L'uomo Elefante e altri racconti di Frederick Treves, tradotto abilmente da Armando Rotondi, e ovviamente da oggi è nella libreria di casa mia.
È un libro che si legge tutto d'un fiato. È piacevolmente semplice ma appassionante. I caratteri della copertina richiamano le locandine del circo dei primi del Novecento quando i fenomeni da baraccone erano una delle attrazioni, e l'immagine centrale creata da Marco De Luca richiama la figura dell'Uomo Elefante al centro di un mirino, al centro dello sguardo di tutti.
Frederick Treves è stato un grande chirurgo, un fine anatomista, e un abile scrittore. Racconta con attenzione per i dettagli, quasi come fosse un antropologo, il suo incontro e la sua amicizia con Joseph Merrick, il famoso Uomo Elefante, per tanto tempo esibito come fenomeno da baraccone nella Londra di fine Ottocento.
Treves non descrive di Merrick solo le deformità fisiche, ma delinea un ritratto intimo e personale con parole semplici, ma estremamente vivide che regalano al lettore dei preziosi quadri intimisti.
“Rinchiusa in un negozio vuoto e illuminato dalla debole luce blu del bruciatore a gas, questa figura ingobbita era l'incarnazione della solitudine...
Fuori splendeva il sole e si sentiva il via vai dei passanti, una melodia fischiettata da un ragazzo e il ronzio amichevole del traffico sulla strada.”
Grazie alla potenza di queste descrizioni, il lettore conosce non un fenomeno da baraccone, ma semplicemente un uomo, con le sue fragilità, i suoi sogni e le sue paure.
“Fu solo quando scoprii che Merrick era molto intelligente, che possedeva una sensibilità acuta e – ciò che è peggio – un'immaginazione romantica, che finalmente compresi la travolgente tragedia della sua vita.”
“Aveva una passione per la conversazione, ma per tutta la vita non aveva mai avuto nessuno con cui parlare.”
“Non aveva avuto un'infanzia. Non aveva avuto un'adolescenza. Non aveva mai provato piacere, Non sapeva nulla della gioia di vivere né del divertimento. La sua unica idea di felicità riguardava lo strisciare nell'oscurità per nascondersi.”
“ Era passato attraverso il fuoco e ne era uscito illeso. I suoi problemi lo avevano nobilitato.”
“Una cosa che mi aveva sempre colpito tristemente era il fatto che Merrick non potesse sorridere... Poteva piangere, ma non poteva sorridere.”
“Mi colpiva quando mi diceva che si era fatta strada nella sua mente l'idea, nell'ipotesi di vivere tra ciechi, di poter conquistare l'affetto di una donna, se solo fosse stata senza occhi per vedere.”
L'uomo Elefante e altri racconti di Frederick Treves è un piccolo capolavoro di verità, un'analisi estremamente attuale dell'uomo e della sua unicità.
Frederick Treves non descrive solo Joseph Merrick, l'uomo elefante, descrive me e forse tutti noi che ogni giorno lottiamo, nel centro del mirino, per farci accettare dagli altri semplicemente per quello che siamo.
Natalia Verginella
16 January 2020
21 October 2019
EL GATO - Giovanni Rajberti (Segunda edición ilustrada por Natalia Verginella)
SEGUNDA EDICIÓN ILUSTRADA POR NATALIA VERGINELLA
El Gato es sin duda la mejor obra de Rajberti, reconocido por el mismísimo Baudelaire, que tuvo entre sus manos este libro y lo encontró muy divertido. En este panfleto sobresale la visión misántropa e individualista de Rajberti, acompañada de humor, fina ironía y ligereza. Tratando temas universales como la filosofía —humana y gatuna—, la naturaleza mezquina del hombre, las relaciones sociales y la negación de cualquier tipo de autoridad; este libro, traducido a varios idiomas, aparece aquí por primera vez en castellano. Durante más de ciento cincuenta años la crítica ha intentado etiquetar al Rajberti unas veces como liberal, otras como libertario, si bien la singularidad de este escritor consiste en su pensamiento: libre.
27 September 2019
Il Pinguino Rosa su La Matita nel caffé - di Fabiana D'urso (italiano)
Nat e il Pinguino Rosa
Ci vuole un grande entusiasmo nella vita per portare avanti i progetti in cui crediamo, quando poi incontriamo le persone giuste (e non è mai un caso) semplicemente le cose si realizzano. La città di Valencia è stata il trait-d'union per Natalia Verginella, illustratrice, e Gabriele Nero, giovane editore italiano trasferitosi in Spagna. Laureata a Milano in Storia e Critica dell'Arte, dopo diverse esperienze maturate nell'ambito della fotografia e della grafica web sia in Italia che all'estero, Natalia ha deciso, insieme al suo gatto blu, di seguire solo la linea dell'illustrazione. Le chiedo di parlarmi del Pinguino Rosa e di Gabriele Nero (connubio cromatico anche di nomi...).
Ho conosciuto Gabriele Nero, editore della Casa editrice El Doctor Sax nella sua libreria in Calle Quart a Valencia nel 2014. Vivevo in quel barrio e la sua era la mia libreria di quartiere. È stata la musica che ascoltava a portarmi lì la prima volta. Da quel momento è iniziato un meraviglioso scambio di idee ed è nata una grande amicizia. Sai Fabiana quando le idee si trasformano in realtà si sprigiona un'energia incredibile e l'incontro con Gabriele nella mia vita rappresenta questo: energia creativa! Un'idea è come un germoglio per la nascita di altre idee, e infatti, ho mostrato a Gabriele delle semplici illustrazioni pensate per i più piccoli, e a quel punto abbiamo deciso di lanciare una collana di libri per l'infanzia, la Pinguino Rosa Books. Per ora la collana si compone di una sezione di libri bilingue e di una sezione di libri da colorare.
Questo progetto nasce con l'obiettivo di avvicinare i bambini al mondo dei libri fin dalla tenera età con un approccio multiculturale. In una società sempre più multietnica e variegata, in cui le famiglie bilingue sono sempre più numerose, i coloratissimi libri della Pinguino Rosa Books offrono ai più piccoli un primo passo per imparare non solo delle semplici parole in varie lingue, ma anche a cogliere le differenze e le novità, e ad essere empatici verso la complessità del reale e verso gli altri. Stimolare un bambino fin dalla nascita verso un cammino bilingue lo renderà consapevole che il mondo può essere raccontato con codici diversi e che le differenze sono una ricchezza.Per questo motivo il motto del Pinguino Rosa Books è “For penguins who look beyond the South Pole!”. I primi titoli bilingue della collana sono pensati per i più piccoli (1-3 anni) e sono pubblicati in cinque lingue: italiano, spagnolo, francese, inglese, tedesco.
Hanno per protagonisti, Martin, un buffo bimbo dai capelli arancioni, e il suo gatto Pof. Sono realizzati con forme semplici e colori vivaci. Sono facilmente sfogliabili e trasportabili in carrozzine e passeggini! Martin e Pof non sono solo degli amici, ma diventano anche delle figure di riferimento che accompagnano i bimbi verso la conquista delle prime parole. Ultimo titolo pubblicato della collana è un colouring book dedicato a Martin e Pof, pensato per i primi passi da artisti!
Fabiana D'Urso
L'articolo è apparso il 27 settembre 2019 su La Matita nel caffè.
Il blog purtroppo non esiste più, ma ringraziamo Fabiana D'Urso per averci concesso la riproduzione ed averci dedicato questo bellissimo articolo!
02 December 2018
12 December 2017
09 October 2017
14 February 2017
15 December 2016
IL GATTO - Giovanni Rajberti, illustrato da Natalia Verginella
Narrano le cronache che Il gatto fu un vero best-seller dell’epoca, tanto che finì anche tra le mani di Baudelaire che lo trovò divertentissimo. In questo pamphlet emerge la visione misantropa e individualista del Rajberti, che facendo l’elogio del gatto, lo paragona con la miseria della natura umana. Con leggerezza e umorismo attraversa temi universali come la filosofia di vita dei gatti, libera e saggia, e quella degli uomini evidenziando a quanti inutili compromessi sociali questi ultimi si sottopongano quotidianamente, al pari delle altre bestie. Per 150 anni la critica si è divisa e ha provato ad etichettare Rajberti a volte come liberista, altre volte come libertario, ma noi abbiamo deciso di riproporre Il gatto a testimonianza del suo pensiero: libero!
Giovanni Rajberti nacque a Milano il 18 aprile 1805. Dai suoi contemporanei fu conosciuto come il medico poeta. Figlio di un medico di campagna ricevette un’educazione incentrata sullo studio delle materie umanistiche e classiche, tanto che per proseguire gli studi, il piccolo Rajberti entrò in seminario come novizio, ma abbandonò presto l’abito ecclesiale per iniziare gli studi di medicina all’ Università di Pavia. Si hanno testimonianze del Rajberti come medico in esercizio presso l’Ospedale Generale di Milano, fino al 1842, anno in cui a causa di alcune satire anti- austriache fu trasferito a Monza. Proprio a Monza, lontano dai fervori unitari della Milano, nei cui salotti, tra gli altri, conobbe il suo caro amico Mantegazza, ma anche Manzoni e Verdi, Rajberti visse gran parte della sua vita e scrisse la maggior parte delle sue opere. La metà della sua produzione letteraria fu composta in dialetto milanese, di notevole importanza editoriale fu la traduzione al milanese dell’ Ars Poetica di Orazio. In Italiano invece, le sue opere di maggior successo furono L’Arte di convitare, un manuale semi-serio in cui l’autore si prende burla dei convenevoli e dei luoghi comuni che si ripetono nelle cene della nuova borghesia del XIX secolo e Il viaggio di un ignorante a Parigi, una via di mezzo tra una guida e un romanzo picaresco, nel quale il Rajberti gioca fino all’eccesso con le riflessioni naif e innocenti di un pover’uomo, privo di cultura di fronte alla città che in quel momento rappresentava il centro culturale e artistico più importante ed effervescente d’Europa. Nel 1859 Rajberti venne colpito da una paralisi cerebrale che lo lasciò in stato vegetativo fino al 11 dicembre 1861, data della sua morte. I maligni videro questa malattia come una punizione divina per l’abuso che aveva fatto della parola, finché l’aveva avuta in dote; gli amici invece ebbero il rimpianto che Rajberti non avesse mai visto realizzato uno dei suoi grandi sogni: l’Unità d’Italia.
«Il gatto è cosmopolita, la sua patria è da per tutto; e fino in ciò
rassomiglia agli uomini veramente sommi e affatto eccezionali,
che sono reclamati dall’umanità intera, e dei quali enfaticamente
si dice che hanno per patria il mondo.»
Giovanni Rajberti
«Nella prossima vita voglio essere un gatto.
Dormire venti ore al giorno e aspettare che ti diano da mangiare.
Starsene seduti a leccarsi il culo.»
Charles Bukowski
12 November 2016
El Doctor Sax su Radio Vera - di Marina Brognoli Salone Internazionale del Libro di Torino (italiano)
Radio Vera
Intervista di Marino Brognoli
Salone Internazionale del Libro di Torino
Maggio 2016 (italiano)
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