magistralmente creare.
LE DIABOLICHE - Barbey d'Aurevilly
magistralmente creare.
COPERTINA: JAVIER ESCRIBANO
Il nostro smartphone ci spia? Abbiamo il dubbio, ma continuiamo a rimanere connessi. L’universalizzazione delle tecnologie è un dato di fatto, ed è diventata un’occasione per le aziende produttrici per imporre le proprie regole. Eppure su internet, più che capire a fondo la realtà, è più importante dire la nostra, preoccuparcene e sentire come la pensano gli altri, in un dilagare di "opinionanismo", una via di mezzo tra onanismo e opinionismo per cui: «qualsiasi idea tu abbia, va bene per internet!».
Tecnocrazia è un saggio sul potere delle nuove tecnologie, quello che esercitano sulle nostre vite quotidiane, a partire da un “acconsento”. App sempre più evolute e social network sono entrati pervasivamente nelle nostre vite, condizionandole oltre misura. È un sogno che diventa un incubo e viceversa, per cui è quasi impossibile stabilire con certezza chi siano i buoni e chi i cattivi. Internet ha finito per indurre e mettere in circolo non solo comodità e conoscenza, ma anche fake news, paure recondite e bias cognitivi condizionanti, in grado di generare vere e proprie superstizioni digitali.
Salvatore Capolupo (1979, Vibo Valentia) è un ingegnere informatico, consulente, blogger e docente di scuola secondaria, oltre che appassionato attore e factotum teatrale. Immerso nel contesto di internet fin dai suoi albori, gestisce vari blog su nuove tecnologie, finanza e cinema, tra cui lipercubo.it. Nel 2021 ha pubblicato Tecnofobia, il suo primo libro.
Lo smarrimento non sempre ha un'accezione positiva, può invece rivelarsi fatale: è quanto accade ai protagonisti delle due vicende qui raccontate, solo in apparenza distanti nei luoghi e nel tempo. Quando l'abisso non solo ci sta guardando, ma forse ci sta venendo incontro.
Il libro si compone di due racconti, entrambi ci svelano la storia dei protagonisti soprattutto attraverso le loro lotte. Il primo cerca di arrivare al lavoro mentre continua a perdersi per la città in una serie di inconvenienti che sembrano non farlo arrivare mai. Il secondo, un parroco di campagna, vive uno smarrimento che assume maggiormente i connotati della ricerca interiore. Il lettore di Camera Oscura viene trascinato in una serie di accadimenti che sviano continuamente i protagonisti dai loro obiettivi. Sono così i personaggi di Moccafighe, in lotta tra il libero arbitrio e il sentirsi in balìa degli eventi.
Luca Moccafighe, nato nel 1969 a Torino, ha pubblicato saggi su Jeff Buckley, Dario Fo, Nick Cave, ha tradotto Jack London, Georg Buchner, Aleister Crowley e Lawrence Ferlinghetti. Il suo ritratto romanzato di Benjamin Fondane è stato selezionato come libro del giorno dalla redazione di Qui Comincia, Rai Radio3. Nel 2020 ha pubblicato Ombra mai fu, la sua prima prova di narrativa pura
Lorenzo Giorda (Rivoli 1963), conosciuto negli ambienti musicali come Lord Theremin, è un polistrumentista che ha partecipato a svariate produzioni, e ha creato colonne sonore per performance, film muti e spettacoli teatrali. Ha partecipato a festival europei e nazionali, tra cui la Biennale di Venezia. La sua principale occupazione è lo studio, la sperimentazione e la diffusione del theremin. Ha scritto una favola per resistere alla pesantezza del mondo.
ANACLETO VERRECCHIA (Vallerotonda 1926-Torino 2012). Filosofo e germanista dallo stile inconfondibile, fu collaboratore di importanti quotidiani, quali La Stampa, Die Presse, Die Welt. Ha vissuto per lungo tempo a Vienna come addetto culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura. Tra i suoi numerosi libri, tradotti anche all’estero, vanno ricordati quelli su Nietzsche, Schopenhauer, Giordano Bruno, Prezzolini e Lichtenberg. El Doctor Sax ha ripubblicato Cieli d’Italia (2019) e Diario del Gran Paradiso (2020), le due opere più intime e con valore letterario della produzione di Verrecchia.
«Tutti gridano al miracolo di Fatima e corrono a inginocchiarsi dinanzi alla Madonna che là, secondo leggenda, sarebbe apparsa ad alcuni pastorelli analfabeti e probabilmente allucinati. Strane, queste Madonne: non compaiono mai a un filosofo o a uno scienziato, ma sempre a pastorelli o a scimuniti».
NOEMI NERI
COPERTINA:
RICCARDO CECCHETTI
Poesia e Pazzia, volume impreziosito dalla copertina dell’illustratore Riccardo Cecchetti, raccoglie le opere composte dal poeta Leopoldo María Panero durante la reclusione all’interno del Manicomio di Mondragón. Figlio e fratello di poeti, conduce una vita turbata dalla depressione, l’alcol e la droga. Panero passa la maggior parte della propria vita all’interno di ospedali psichiatrici dove mantiene vivo il suo interesse per la lettura e la scrittura. Sarà a Mondragón che darà vita alla raccolta di poesie proposta in questa edizione, tradotta da Noemi Neri, con testi, disegni e riflessioni degli ospiti del manicomio. A corredo dell’opera la prefazione di Wences Ventura, l’ultima intervista al fratello Michi Panero e le fotografie di Collage panerista desencantado, che ci mostra la quotidianità e le bizzarrie di quella che è stata, a tutti gli effetti, una famiglia di poeti.
Roberto Vaio comincia le sue sperimentazioni artistiche sul finire degli anni Ottanta. Conosce Helena Velena che lo introduce alla prima edizione nazionale di Erotica, cha ha portato alla luce realtà inedite come il cibersex e il transgenderismo abbinate a nuove frontiere del fetish. Dalla seconda metà degli anni Novanta entra a far parte del gruppo di performer Vanitas Company capitanato dalla contessa Pinina Garavaglia. Sul finire del secondo millennio inizia l’esperienza a Radio Flash-Popolare Network, caratterizzata da format bizzarri e provocatori. Negli ultimi anni si è dedicato all’arte contemporanea, sua passione principale, come curatore di mostre e critico indipendente. Attualmente ha dato vita al format pittorico Don Chuck, uno fra gli esponenti del nuovo Manifesto dell'Arte Attuale. La lisca del pesce piccolo è il suo primo libro.
«Il vento di scirocco sbaragliava la foschia snebbiando un mare grosso e tondeggiante. Sopra le nostre teste si estendeva un cielo talmente celeste da mettere in imbarazzo qualsiasi altro paradiso, e il verde del campeggio vibrava da una sfumatura all’altra nutrendo le pupille di meraviglia. Mancavano solo due cose: una ragazza e la sua fica».
Roberto Vaio