Dopo più di duemila anni di silenzio sull'Olimpo, Giove decide di inviare nuovamente sulla Terra il suo messaggero alato, Mercurio, con la missione di fare da corrispondente e vedere come andassero le cose. Il reportage è desolante: il pianeta, un tempo culla di civiltà promettenti, è ora teatro dei disastri la maggior parte causati dall'uomo, una specie che ha saputo trasformare la bellezza in rovina. In Lettere Mercuriali, ultima opera, pubblicata postuma, di Anacleto Verrecchia, Mercurio assume il ruolo di narratore disincantato, inviando a Giove rapporti pungenti e ironici sulle follie umane. Come un osservatore invisibile e onnipresente, il dio messaggero, protettore di ladri e viaggiatori, descrive le assurdità sociali, politiche e culturali con la lucidità di chi non è coinvolto ma comprende la portata della distruzione. Le sue lettere sono resoconti al vetriolo, intrisi di umorismo amaro che svela le ipocrisie e le retoriche vuote del mondo contemporaneo. Verrecchia, attraverso la voce di Mercurio, non risparmia giudizi non convenzionali su figure venerate e interpretazioni univoche della storia, stimolando nel lettore riflessioni inedite e interrogativi inquietanti.
«Dovresti sentirli, o Giove, questi ciarlatani vestiti da filosofi: macinano tutti paglia vuota o spargono volute di fumo sulla testa dei loro allievi, quando non li annebbiano del tutto. Ne ho sentito alcuni, ma, pur essendo io un dio, non ho capito una saetta di niente di quello che dicevano. Però non se la passano male, perché vengono pagati dallo Stato. Se invece dovessero essere pagati dagli allievi, come avveniva con i filosofi antichi, credo che non riuscirebbero neppure a comperarsi un paio di sandali. Questa è gente inutile come la coda dei montoni, la quale non serve né per scacciare le mosche né per coprire le pudenda».
Anacleto Verrecchia (Vallerotonda 1926-Torino 2012). Filosofo e germanista dallo stile inconfondibile, fu collaboratore di importanti quotidiani, quali La Stampa, Die Presse, Die Welt. Ha vissuto per lungo tempo a Vienna come addetto culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura. Tra i suoi numerosi libri, tradotti anche all’estero, vanno ricordati quelli su Nietzsche, Schopenhauer, Giordano Bruno, Prezzolini e Lichtenberg. El Doctor Sax ha ripubblicato Cieli d’Italia (2019) e Diario del Gran Paradiso (2020), le due opere più intime e con valore letterario della produzione di Verrecchia, e Meglio un demonio che un cretino, raccolta di aforismi a cura di Dario Stanca.
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