07 May 2018

OPERA INIQUA - Federico Febbo

Charme è un trentenne di origini francoprovenzali trapiantato dalla Savoia in Italia, al di sotto della presa di coscienza artistica, sociale e politica dei suoi tempi. La sua storia ha inizio con un viaggio da Roma verso la necropoli di Vulci, su una nostalgica carrozza assieme ai suoi facoltosi amici Aronne e Cleto, due intellettuali ostinati, saturi dell’idea che ciò che ci lasciamo dietro ogni giorno è più prezioso di quello che conquistiamo. Sarà il sospetto finale di questa gita a dare l’abbrivio al romanzo, in cui Charme, invaghito dalla presunzione di essere uno scrittore d’ingegno, si accompagnerà a personalità letterarie e politiche arrivando a sostituirsi a loro. Da falso artista per un falso pubblico a sindaco di un paese di provincia, da facchino a segretario particolare del Presidente della Repubblica Italiana, la convalescenza di Charme verrà turbata da una malattia mentale evidente eppure equivoca. I suoi confortevoli ideali, e un grado di talento pari alle capacità più comuni dei suoi simili, lo spingeranno davanti a una scelta tra passioni e feroci ambizioni. Incontrerà sulla sua strada un morto apparente tra i vivi di professione come il poeta Sabatino Rivoli, oppure il Capo dello Stato; così il giovane sostituirà la grande fatica del vivere a un impegno impossibile: la pretesa di diventare un educatore del Paese. Conoscerà asceti del pressapochismo, giornalisti straccioni, democratici e insurrezionalisti simili a maghi e guaritori sorretti da un livello di alfabetizzazione reciproca. Tutti lotteranno ricavandone un dubbio guadagno, pur di ottenere il vantaggio della certezza di esistere. Alla fine del racconto questa dedizione alla propria esistenza e alla ricerca della salute, ci condurrà di nuovo al sepolcreto di Vulci, là dove qualcosa tra l’infermità e il divino aveva dato inizio al lungo anno di Charme Genetti, completando questa testimonianza con il sospetto che nella testa possa esserci qualcos’altro che non il solo pensiero, e riuscendo da ultimo a ottenere una risposta della quale il lettore è meglio che non domandi.

Federico Febbo è nato a Roma il 14 maggio del 1976. Ha lavorato per l’Università Pontificia Gregoriana di Roma, per il Museo Signorini Corsi a L'Aquila, per la Casa Museo Mario Praz e per la Mirabilia Art Gallery. È stato assistente della gallerista Carla Panicali (il Segno, la Marlborough, l'Isola a Roma, Panicali Fine Art e Art for Architecture di New York) ha tradotto conferenze e interviste di Jacques Lacan, Emil Cioran, Mircea Eliade, Gilles Deleuze e Pierre Klossowski. Ha scritto per riviste d’arte e cultura come Estra, Urbis et Artis, Mito Roma ed ha pubblicato romanzi sotto pseudonimo. Il primo lavoro inedito dal titolo Tramonto Italia, e Opera Iniqua, sono stati pubblicati sulla rivista “Il Primo Amore” diretta da Antonio Moresco. Attualmente lavora nella Galleria d’Arte Pulcherrima di Roma.






06 May 2018

Libro Rotto di Luca Buoncristiano - Recensioni dei lettori su Amazon


CAPOLAVORO
È un libro pazzesco che ho letto tutto d'un fiato. La storia mi ha agganciata subito fin dalla prima pagina. Il racconto di questo incredibile personaggio diventa come un gomitolo di eventi, come delle scatole cinesi di uno squisito e folle gioco, un caleidoscopio di immagini in cui sono stata risucchiata e che mi ha lasciata in apnea per tutta la lettura. Ho apprezzato molto le illustrazioni di Joe e lo stile letterario semplice eppure molto sperimentale. E' a tutti gli effetti un romanzo intervallato da bellissime tavole disegnate, ma non è una Graphic novel, né un romanzo illustrato, è qualcosa di decisamente diverso, qualcosa finalmente di nuovo, una voce fuori dal coro che va gridata a più persone possibili.
Anne


CHE VIAGGIO!
Joe Rotto non è un libro è un viaggio attraverso tutto, la storia, i tempi i costumi del mondo moderno, che tira dentro tutto il pop che c'è in questi ultimi 30 anni e lo mostra nella sua faccia meno nota o lato oscuro.
Finalmente del politically scorrect per chi si vuole divertire con un racconto fantastico in tutti i sensi, scenari gangsta dei tempi in cui non era tutto poser e volgarità, ma aveva la sua eleganza essere un criminale.
Si viene poi coinvolti pienamente nel racconto perché è ricchissimo di citazioni allegorie che i già grandi riconosceranno subito e godranno a pieno.
Tocca o meglio non risparmia nessuno coinvolgendo ogni mondo, parlando della musica, parlando della sessualità, parlando del cinema, parlando della storia, della politica, della narrativa, del merchandising.
Ma il vero plus di questo libro è la sua musicalità, il modo in cui le parole si rilanciano a vicenda e tutte le volte in cui si rende così vicino alla realtà assurda che viviamo ogni giorno coinvolgendo il lettore a rileggere tratti del libro perché fan troppo ridere.
Per farla breve è un libro per tutti gli assetati di termini pieni e scene vivide e di carattere.
Compratelo, leggetelo, godetevelo.
E buon Rotto a tutti.
Matteo


DIVORARE ROTTO
Un libro che si divora.
E vi divorerà.
Chiunque abbia qualcosa di Rotto, dentro o al di fuori di sè stesso, amerà, riderà, si commuoverà, odierà e non potrà più fare a meno di Joe, come tutte le cose cattive ; che in realtà sono anche le più buone .
E che se sono cattive non è mai per colpa loro ma perché "le disegnano" così (vedi le illustrazioni aforismatiche di Joe Rotto ad opera dell'autore, da farsene per ognuna una maglietta).
Abbiatelo. È necessario.
Marika Nicora


UN LIBRO ECCEZIONALE
Un libro eccezionale e inconsueto, da bere in un sorso. In apnea. Il Libro Rotto non è scritto, ma inciso. Ti spintona a prendere decisioni, fregartene, risolvere, diventare quel magnifico tiranno senza sensi di colpa che tutti noi - in fondo o neanche tanto - vorremmo essere.
Zoe Lacchei


DEVASTANTE. 
Quando qualcosa mi piace particolarmente e voglio scriverne, dirlo a qualcuno, non sono mai davvero capace di farlo. Ho paura di dire troppo, o di non dire abbastanza. Ho conosciuto Luca Buoncristiano ed il suo Joe Rotto un bel po' di anni fa. Alcune di quelle illustrazioni hanno segnato irrimediabilmente i miei ricordi. Il Libro Rotto è un'evoluzione, la voce che mancava, o che sentivi solo nella tua testa, intorno a quelle illustrazioni. Avere a che fare con Joe Rotto è sempre un'impresa. Quello che per lui è leggero per me è devastante, e rimango per qualche giorno vittima di quello che ho letto e visto, come se dovessi riprendermi da un incidente stradale. Convalescente. E se prima faceva parte della mia vita recensire libri o dischi, oggi voglio solo lasciarmi andare, guidare senza prudenza, farmi riempire, nutrirmi. Dissetarmi con libri così, anche se il Libro Rotto è un po' acqua purissima e un po' alcool da discount, un cocktail di citazioni, musica, emozioni, disturbi, relazioni, che causa un hangover lunghissimo. State attenti.
Luciana M.


ROTTO PER TUTTI! 
Era da 20 anni che aspettavo questo libro. Mi ricordo quando Joe era solo un idea dell'autore e a poco a poco prendeva forma e vita attraverso i suoi disegni e successivamente con i suoi fumetti. Ho avuto la fortuna di vederlo crescere. Oggi quello che cercavo di immaginare e' scritto. A differenza di prima tutti possono incontrarlo oggi attraverso questo libro. E soprattutto tutti possono cercarlo dentro se stessi. Ognuno in fondo puo' essere ROTTO perche' c'e' sempre qualcosa di ROTTO dentro ognuno di noi.
Lucy


SORPRENDENTEMENTE ROTTO.
Impeccabile e imperturbabile, Joe Rotto attraversa i gironi di un inferno metropolitano umano, troppo umano e lo fa con una storia che è tante storie insieme. Incastra immagini, parole, parolieri, personaggi, citazioni, dipendenze e sconvenienze con geniale disinvoltura e stile. Perfetto, per apocalittici e per integrati. Un libro sorprendente che finisce per restarti appiccicato addosso.
Valentina Rinaldi


UN ROTTO PER TUTTI
Semplicemente GENIALE. Finalmente la verità su Michael Jackson, Hello Kitty e AXL Rose! Un libro scritto molto bene, con citazioni meravigliose. L'ho divorato! Grazie Joe, non farci aspettare troppo per una seconda serie di verità.
Giuseppe Fanelli


GRANDE ROTTO!
Re del sense e del nonsense Luca Buoncristiano sorprende per le trovate continue ed argute che stimolano risate ed il pensiero. Il libro scorre rapido e stimola approfondimenti allo stesso tempo. Piaciuto parecchio.
Stefano Ballista


LIBRO ROTTO
"Joe Rotto inizia dentro ognuno di noi". Assolutamente geniale. Ho avuto il piacere di leggerlo più di una volta.. impossibile staccarsi. Lo consiglio a tutti, fate come me. Staccatevi per un momento dalle storie che leggete di solito, ed entrate nel mondo di Rotto.
Jessica



02 May 2018

RACCONTI DI UN ETEROMANE - Jean Lorrain

TRADUZIONE:
MARTA CAPUA 

Jean Lorrain (9 Agosto 1855- 30 Giugno 1906) “pittore compiacente di ebbrezza e perversioni” così lo definisce il Grand Larousse Encyclopédique. Nato come Paul Duval, Lorrain fu un poeta, romanziere ed eteromane. Nato a Fécamp nel 1855, si trasferì a Parigi nel 1876, precisamente a Montmartre, dove cominciò scrivere sotto gli pseudonimi di Mademoiselle Baudelaire, Monsieur La Putaine o Monsieur Le Cul. La sua omosessualità fu così insolente, ed eccentrica che lo spinse a sfidare a duello Proust, dopo averlo accusato di essere anch’egli omosessuale, e Maupassant, che invece lo ferì ad una spalla; fu, inoltre, intimo amico dell’attrice Sara Bernhardt. Personaggio eccentrico e discusso già tra i suoi contemporanei, abusò di droghe e lottò a lungo contro la sifilide. Morì a Parigi, a 50 anni, a causa di una peritonite.

I “Racconti di un eteromane” sono allucinazioni, dove, come in un ballo in maschera, incubi e paure, tipiche dei racconti di Edgar Allan Poe, si mescolano con la bohème parigina durante l’apogeo della Belle Époque. Questo libro, composto da brevi racconti sull’eteromania, rispecchia le caratteristiche essenziali dell’opera di Lorrain: pessimismo, tolleranza, vizio, il gusto della provocazione e la compulsiva ricerca dei “paradisi artificiali”, il tutto incorniciato da una percezione visionaria dell’esistenza.

“Scendendo dalla scalinata del palazzo, lei incontrò grandi ombre che salivano in senso opposto: erano forme di cavalieri con elmi, dame vestite a festa e monaci incappucciati; vi erano anche prelati con mitra, lanzichenecchi e paggi, il profilo dei morioni, delle bandiere e delle lance emergeva in nero sull’alta tappezzeria, ma non erano nient’altro che ombre e non facevano nessun rumore. Gerda si trattenne, non osando fare un altro passo davanti a quel corteo silenzioso. «Non temere» gracchiò il corvo posato sulla sua spalla «sono più vuoti del fumo, sono i Sogni, non appena si spengono le luci, tutte le notti, invadono il palazzo»”.
Jean Lorrain




27 April 2018

FÁBULAS DE LIBERTAD - Antonio Gramsci

INTRODUCCIÓN Y TRADUCCIÓN:
JUANJO MONSELL

PORTADA: 
RICCARDO CECCHETTI


Antonio Gramsci fue un filósofo, político, teórico marxista y periodista italiano. Nace en el seno de una familia pobre de Cerdeña. Estudia Letras en Turín, donde entra en contacto con las ideas marxistas. Se afilia al Partido Socialista Italiano y trabaja en varios periódicos de índole política. Descontento con la deriva del partido, decide fundar junto con algunos comunistas el Partido Comunista Italiano, al que llega a representar como diputado. Con la subida al poder de Mussolini, Gramsci debe refugiarse en la clandestinidad. Es atrapado y encerrado en la cárcel, donde pasa el resto de su vida. Allí se dedica al estudio y a la redacción de su gran obra: Los cuadernos de la cárcel.

Las “Fábulas de Libertad” representan la faceta más literaria del autor. Se trata de una recolección de historias de carácter popular reinterpretadas por el Gramsci y adaptadas al contexto socio-político de su época, algunas tomadas de la tradición folclórica y otras inventadas por el propio autor. La complejidad de las ideas contenidas en la obra y la sencillez con que son tratadas, puesto que teóricamente la obra está destinada a la iniciación del niño en el mundo de los adultos, es lo que le confiere a “Fábulas de Libertad” un gran valor literario.

“Instruíos, porque necesitaremos toda nuestra inteligencia. Agitaos, porque necesitaremos todo nuestro entusiasmo. Organizaos, porque necesitaremos toda nuestra fuerza".
                                                                      Antonio Gramsci


FAVOLE DI LIBERTÀ - Antonio Gramsci


INTRODUZIONE:

JUANJO MONSELL

COPERTINA: 
RICCARDO CECCHETTI

TRADUZIONE DELL'INTRODUZIONE:
LAVINIA STORNAIUOLO 

Antonio Gramsci (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937) è stato un filosofo, politico e giornalista italiano. Nato in una umile famiglia sarda, studiò lettere a Torino, dove entrò in contatto con gli ideali marxisti. Deluso dalla deriva del Partito Socialista, decise di fondare insieme ad alcuni comunisti il ​​Partito Comunista Italiano, nelle cui fila venne eletto deputato. Con l'ascesa al potere di Mussolini, Gramsci fu riconosciuto come uno dei più intransigenti intellettuali anti-fascisti e per questo venne incarcerato dal regime nel 1927. In prigione si dedicò allo studio e alla scrittura della sua grande opera: i “Quaderni del carcere”.

"Favole di libertà" è una raccolta di storie popolari reinterpretate da Gramsci e adattate al contesto socio-politico del suo tempo. La complessità delle idee contenute e la semplicità con cui sono trattate, essendo destinate all'iniziazione del bambino al mondo adulto, conferiscono a questo libro un grande valore letterario e pedagogico.

"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza."
                                                                   Antonio Gramsci


26 April 2018

DISTURBANDO L'AMERICA - Emanuel Carnevali


Emanuel Carnevali (Firenze, 4 dicembre 1897 - Bologna, 11 gennaio 1942), questo sconosciuto scrittore italiano emigrato sedicenne negli Stati Uniti a cercar fortuna. Fortuna non ne ha trovata ed è diventato poeta; Carnevali ci racconta il dramma di un'esistenza che non trova pace fin dall'infanzia, che lo spinge ad emigrare in America, dove il suo desiderio di affermazione si scontra contro una società che lo emargina e lo relega a umili lavori. Impara l'inglese da autodidatta e comincia a scrivere, soprattutto poesia, ma proprio quando successo e riconoscimenti di grandi scrittori come Sherwood Anderson ed Ezra Pound sembrano sfiorarlo, si ammala. Colpito da una forma acuta di encefalite che lo costringe a tornare in Italia, conclude i suoi giorni in un manicomio.



In questo volume abbiamo raccolto tutte le poesie di Emanuel Carnevali (alcune inedite), riproposte in versione originale e tradotte all'italiano, testimonianze dirette dell'avventurosa e sofferta vita del "Poeta Nero" o "Uomo vuoto”, come lo definì William Carlos Williams.





«L’Italia è una piccola famiglia, 
L’America è un’orfana
indipendente e arrogante,
pazza e sublime,
senza una tradizione che la guidi,
si butta in una folle corsa che chiama progresso. 
America così terribilmente laboriosa,
costruttrice di città meccaniche.
Ma nella fretta la gente dimentica di amare;
ma nella fretta abbandona e perde la gentilezza
E la fame è il patrimonio dell’emigrante (..)»

Emanuel Carnevali










17 April 2018

I DUELLANTI - Joseph Conrad


TRADUZIONE E POSTFAZIONE DI 
CRISTINA VITAGLIANO


Incorniciato nelle tensioni dell'era napoleonica, questo romanzo breve narra un conflitto veemente tra due tenenti di un reggimento ussaro. Gli ufficiali Feraud e D'Hubert hanno caratteri opposti: il primo è un guerriero appassionato e impetuoso; il secondo, dal temperamento nordico, è più prudente e misurato. Saranno i protagonisti di una rivalità interminabile, generata da futili motivi, ma che si protrarrà ed evolverà nel tempo parallelamente alle campagne napoleoniche, passando attraverso vari tentativi di porre fine alla questione attraverso un nuovi duelli. Conrad costruisce la storia di due uomini che si odiano e si perseguitano per tutta l’Europa, caricando questo antagonismo di rancore, invidia, paura, ma allo stesso tempo di onore, lealtà e sentimenti irrazionali.

Joseph Conrad nacque il 3 dicembre 1857 a Berdichev, in Polonia (ora Ucraina). Figlio di un nobile patriota, esiliato dai russi per motivi politici il giovane Conrad, a 16 anni, lasciò la Polonia e si stabilì a Marsiglia. Per quattro anni si imbarcó su navi mercantili francesi e partecipò come soldato alle guerre carliste in Spagna. Ottenne la cittadinanza britannica nel 1886 e cambiò il suo nome. Nel 1902 si imbarcò per il Congo e l’esperienza di quegli anni costituì la base per The Heart of Darkness, il suo romanzo più famoso ed enigmatico. Autore di 13 romanzi, 2 memorie e 28 racconti brevi, tutti caratterizzati da uno stile denso, lirico e inquietante, Joseph Conrad morí d’infarto il 3 agosto 1924 a Canterbury, in Inghilterra.



"Nessun uomo riesce in tutto quello che fa. In un modo o nell’altro, tutti noi falliamo. La cosa davvero importante è non fallire nel dirigere e nel sostenere lo sforzo della nostra vita. Nel fare questo, la vanità è ciò che rischia di condurci fuori strada; ci spinge in situazioni che potrebbero danneggiarci, mentre l’orgoglio è la nostra salvezza, sia per il riserbo che ci impone nello scegliere i nostri obiettivi e sia per la forza e il sostegno che ci fornisce".
 Joseph Conrad




                                                                                                          

10 April 2018

DISTURBING AMERICA - Emanuel Carnevali



Emanuel Carnevali (1897-1942) was born in Florence, Italy, and immigrated to the U.S. just before World War I. He held a series of menial jobs in New York City before joining literary circles whose ranks included William Carlos Williams, Ezra Pound and Robert McAlmon. Though Carnevali rose to prominence partly by disparaging older, established poets such as Williams and Ezra Pound, Williams praised Carnevali for being “wide, Wide, WIDE open. He is out of doors. He does not look through a window.” In his poetry and prose, Carnevali prized immediacy of expression and vivid depictions of suffering. In 1919, Harriet Monroe invited Carnevali to become editor of Poetry, a position he held for six months. While in Chicago, Carnevali became seriously ill with encephalitis lethargica, a disease that caused him to shake uncontrollably. He was hospitalized and eventually returned to Italy, where he kept up correspondences with Williams and Boyle until his death in 1942. Carnevali was a man of two worlds, Italy and America, and his slightly primitive but fluent English is supplemented by the verve of his native tongue.





Italy is a little family;
America is an orphan
Independent and arrogant,
Crazy and sublime,
Without tradition to guide her,
Rushing headlong in a mad run which she calls progress.
Tremendously laborious America,
Builder of the mechanical cities.
But in the hurry people forget to love;
But in the hurry one drops and loses kindness.
And hunger is the patrimony of the emigrant.

Emanuel Carnevali



24 March 2018

¡MÁS LUZ! - La amplia visión angular de Lawrence Ferlinghetti (Traducción al Español de Juanjo Monsell)






Mi ex mujer fue la inspiración para Against the Chalk Cliffs. Los acantilados están sobre la playa de Bolinas, California, donde solíamos pasar el tiempo cuando vivíamos en North Beach, San Francisco. Los acantilados no son realmente de tiza pero yo sentía que ‘’chalk’’ en el título le otorgaba al asunto una sensación de fragilidad y vulnerabilidad. Yo sentía que ella era frágil. Lo pinté en mi primer estudio en San Francisco, en el 9 de Mission Street cerca del Embarcadero (el edificio Audiffred). Heredé el estudio de Hassel Smith, el pintor figurativo que había virado hacia lo no-objetivo. Allí había otros pintores del movimiento figurativo de San Francisco en el mismo piso, Frank Lobdell entre ellos. Era un estudio magnífico, un gran loft en un tercer piso con vistas a la Bahía. No había calefacción exceptuando una pequeña estufa de carbón, y, por encima de la planta baja, no había electricidad (exactamente igual que París – ciudad que acababa de abandonar). El alquiler eran 29$ al mes. En el segundo piso estaba el club ‘’Seven Seas’’ de Alcohólicos Anónimos y, durante la Gran Huelga del Puerto de los años treinta, algunos líderes sindicales como Harry Lundgren o Harry Bridges también tenían allí sus oficinas.





‘’Lo único que quería hacer era pintar la luz del sol sobre el costado de las casas’’, decía Edward Hopper (o algo por el estilo) y hubo legiones de poetas y cineastas obsesionados con la luz. Yo encajaría perfectamente con el romántico visionario e irracional que dice que la luz va antes y que la oscuridad no es más que una sombra fugaz que hay que eliminar con más luz. (‘’¡Más luz!” gritó el poeta al morir). Los poetas y los pintores son portadores naturales de luz y lo único que yo quería hacer era pintar luz en las paredes de la vida. 

Yo nunca quise ser un poeta. Me eligió, yo no lo elegí. Cuando uno se convierte en poeta lo hace, si no en contra de su voluntad, en contra de su buen juicio. Yo quería ser pintor pero, de los diez años en adelante, no han dejado de aparecer estos malditos poemas. Quizás algún día me abandonaran y podré retomar la pintura. 

Door to the Sea, una gran pintura, está ligeramente basada en el Door to the River de Willem de Kooning. Comenzó como una pintura totalmente abstracta, pero se colaron figuras humanas. Al haber crecido en Nueva York, me identifico, obviamente, con los expresionistas abstractos neoyorquinos, que eran mis coetáneos, y, al principio, trataba de pintar como de Kooning y Franz Kline y Robert Motherwell pero, en realidad, no poseía en absoluto su misma visión ya que la figura humana (hombre o mujer) siempre surgía. Más tarde, expresé este conflicto en una pintura llamada Triumph of the New York School, un gran lienzo con formas lineales negras superpuestas sobre humanos. Hago una distinción entre ‘’no-objetivo’’ y ‘’abstracto’’. Una pintura no-objetiva no es una ‘’abstracción’’ de un objeto o escena actual. Es una nueva creación que no tiene ninguna referencia fuera de ella. De este modo, ‘’expresionistas abstractos’’ es nombre inapropiado, pero así es como se hicieron conocidos, debido a la semántica descuidada de algún crítico.



El sol agradable del impresionismo crea poemas de luz y sombras. La luz rota del expresionismo abstracto crea poemas de caos. 

Las imágenes aparecen y desaparecen en la poesía y la pintura, salen de un vacío oscuro y entran de nuevo, mensajeros de luz y lluvia, elevan sus brillantes lámparas centelleantes y se desvanecen en un instante. Pero pueden ser vislumbradas el tiempo suficiente como para grabarse como sombrar en una pared de la caverna de Platón. 

El título Manhattan Transit está adaptado del libro de John Dos Passos. También fue pintado en el 9 de Mission Street. En aquellos días, antes de que Gesso apareciese en el mercado, los pintores cubrían sus lienzos crudos con cola de piel de conejo. Yo calentaba el bote de cola en la estufa de carbón. Esta es una de las tres o cuatro pinturas abstractas que hice en los cincuenta, un tiempo en el que realmente no sabía cómo dibujar. Era una salida fácil (¡cuántos otros pintores aspirantes hacían lo mismo!).



A través del arte, crea orden afuera del caos de la vida.


Los dibujos con carboncillo estaban basados en las poses de un minuto de modelos de estudio, generalmente llamados ‘’dibujos gestuales’’, y se hacían en los ochenta y noventa en mi estudio de Hunters Point Shipyard, en San Francisco. Al dibujo original, en todos los casos, añadía más tarde otra cara o cuerpo en un intento de otorgarle un poco de ambigüedad o misterio. No porque no haya misterio suficiente en un cuerpo desnudo, masculino o femenino.




De todos modos, ¿qué hace un cuerpo desnudo en la tierra y cuál es su misteriosa existencia? Además de eso, existe lo que suele llamarse ‘’el misterio de la Mujer’’, un concepto romántico que la dotaba de un atractivo inalcanzable e inescrutable tanto sexual como espiritual. Después, la revolución feminista bajó a la Mujer de su pedestal. Pero el cuerpo permanece igual.

Ten amplia visión angular: cada mirada, un vistazo del mundo. Expresa la vasta claridad del mundo exterior, el sol que nos ve a todos, la luna que esparce sombras sobre nosotros, estanques de jardín tranquilos, sauces en los que cantan tordos escondidos, crepúsculo que desciende junto con el río por los grandes espacios que se abren sobre el mar… Marea alta y llamada de la garza… Y la gente, la gente, sí, por toda la tierra, hablando lenguas de Babel. Dales voz a todos ellos.



Oh Pocahontas, Pocahontas! está destinada a expresar mi compasión por esta joven India Americana y todo lo que sufrió a manos de blancos admiradores y explotadores. Esta pintura no tiene nada que ver con la precisión histórica. Las imágenes de Pocahontas en esta pintura son imágenes recordadas de un libro para niños que debí de leer cuando tenía unos diez años. Durante todos estos años, he cargado este pequeño retablo, listo para ser proyectado en mi cráneo en cualquier momento. Ese tipo de instantáneas constituyen nuestras memorias y, cuando se bosquejan sobre un lienzo años después, reviven con toda su intensidad original (si el pintor es lo suficientemente bueno como para capturarla).



Lovers es otra gran pintura del que probablemente fue el modelo más bello que jamás haya tenido en mi estudio, una joven mujer pelirroja, seguramente posando por primera vez. Había frescor y pureza sobre ella. Más tarde, añadí la cabeza de un hombre barbudo y un poco más viejo que ella, quizás imaginando lo que sucedería en su futuro.






La poesía es la distancia más corta entre dos humanos. 

El Arte no es Casualidad. La Casualidad no es arte, excepto por casualidad. 

El brillo del sol de la poesía proyecta sombras. Píntalas también. 

Pinta como un demonio despierto, obsesionado. Lo que es importante en una pintura son sus fascinantes y misteriosas manifestaciones de vida. Así que dime qué vida hay para ti en tu pintura. Sé entusiasta. Excítate. No estés simplemente sentado. Excita la imaginación.



This Is Not a Man es claramente un juego con Ceci n’est pas une pipe de la pintura de René Magritte. Sin embargo, la pintura no tiene nada que ver con el Francés. La historia real se remonta a los años cuarenta, cuando uno de mis hermanos era el asistente del alcaide en la prisión de Sing Sing en el Hudson, en Nueva York. Tenía que presenciar todas las ejecuciones en la horrible silla vieja de madera con sus cables eléctricos, gruesas correas de piel para brazos y piernas y un pesado casco para la cabeza. Era un panorama espantoso incluso sin un hombre en él. Después de que mi hermano muriese, entre sus papeles se encontró una foto en blanco y negro de un hombre en la silla apunto de ser freído. En el reverso de la foto, escritas con lápiz, estaban las instruccioes para el ejecutador: ‘’Acopa los electrodos a la cabeza y las piernas”, etc. Serigrafié la foto en un lienzo y, después, pinte en él. Fue utilizada en una campaña mundial contra la pena capital y sigue estando disponible para ese uso. Pero la barbarie continúa. ¡Adelante, Soldados Cristianos!, ¡Matar o morir! En dos mil doce años de Cristianismo hemos sido capaces de mantener nuestros instintos más salvajes. 



Lo que tengo en mente es el arte como lugar para profundizar en el destino del hombre.






‘’Me he ganado el exilio’’ ha sido siempre una de mis citas favoritas de EP – una última palabra en su larga expatriación. ¡Tanta vida cupo en esa única línea de poesía! Es quizás una declaración vital tan fuerte como el ‘’En medio del camino de nuestra vida me encontré por una selva oscura” de Dante. Mi estudio abstracto de la cabeza de Pound está basado en un dibujo abstracto similar de Gaudier-Brzeska en la cubierta de la edición de New Directions de los Personae de Pound. Además del original, que todavía poseo, hay tres copias, ligeramente más pequeñas que el original – uno en la librería City Lights en San Francisco, uno en New Directions en Nueva York y uno propiedad de la hija de Pound, Mary de Rachewiltz en el norte de Italia. La visité hace casi diez años. Lógicamente podía haber estado molesta por mi escandalosa crítica de Pound en Americus: Book I pero, evidentemente, estaba contenta por el retrato pintado por mí. Ella es una valiente defensora de su padre, por supuesto. 



El arte tiene que hacerse por su cuenta, sin explicaciones, y para la poesía sucede lo mismo. Si el poema o la pintura tienen que explicarse, entonces hay un fallo en la comunicación.


Lawrence Ferlinghetti
Traducción: Juanjo Monsell