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03 August 2022

LO SPIRITO DEL MALE di Alessandro Angeli su LA LETTRICE ERRANTE (Instagram)

 


Folgorante. Scrittura che è metamorfosi e rappresentazione. Capitoli brevi: sprazzi. Lettere maiuscole: assenti. Un flusso continuo: una sperimentazione degna del suo protagonista.

Alessandro Angeli si cala nei panni di William Burroughs, l'artista controverso e anticonformista (ammirato da autori come Jack Kerouac), che racconta la sua storia in prima persona. La storia di un uomo e di uno scrittore tormentato dallo spirito del male e dal "bisogno costante di fuggire dal Controllo".

Omosessuale, tossicomane, spacciatore, perennemente disoccupato, addirittura omicida, William Burroughs sparò scioccamente alla moglie (aveva sposato l'amica Joan Vollmer) in circostanze poco chiare. Episodio che lo segnò per sempre e che lo spinse irrimediabilmente verso la scrittura.

Ne "Lo spirito del male", il narratore descrive le origini della Beat Generation, soffermandosi sull'incertezza interiore che era riflesso di quella sociale. Il romanzo ci permette di conoscere da vicino un autore complesso come lui, considerato da molti un folle genio.

Alessandro Angeli, come aveva già sperimentato in "Transmission", portandoci nella vita del frontman dei Joy Division, conferma il suo interesse per gli artisti "fuori controllo". D'altronde, per essere tale, non è inevitabile uscire dagli schemi?




11 May 2022

LO SPIRITO DEL MALE - Alessandro Angeli

 

PARABOLA LISERGICA DI 
WILLIAM BURROUGHS

COPERTINA: 
RICCARDO CECCHETTI

Questo racconto, narrato in prima persona, ripercorre le tappe salienti della tormentata parabola esistenziale di Burroughs, fino alla drammatica sera in cui uccise sua moglie, Joan Vollmer. L’episodio che segnò un cambio di rotta, avvicinandolo, di fatto, alla sua straordinaria esperienza con la scrittura. Burroughs, attraverso la scrittura e non solo, ha saputo tracciare un immaginario pop vividissimo, amplificando le falle del non detto in ambito letterario, spostando i confini del senso, della costruzione sintattica, dell’omogeneità tematica come nessun altro. Angeli, attraverso una scrittura incalzante, ripercorre la tormentata parabola esistenziale dello scrittore americano, fino all'assassinio della moglie. Il racconto procede secondo il ritmo serrato del flusso di coscienza dello scrittore, immergendo completamente il lettore dentro la visione del mondo di questo personaggio.Il primo libro di Burroughs, Junkie, uscirà nel 1953, anticipando di qualche anno la pubblicazione di On the road, il manifesto della Beat Generation.

Alessandro Angeli è nato a Roma nel 1972, è insegnante di lettere e lettore per un’agenzia letteraria. Tra i suoi libri: Nostra patria è il mondo intero, biografia in libertà di Antonio Gamberi, poeta del popolo, pastore, minatore, antifascista (2016). Io non sono la Coop, infelice epilogo di uno stagionale nel tritacarne della grande distribuzione (2016). Combattevamo i fascisti per mare e per terra. Vita e ballate di Woody Guthrie (2018). Pam e Jim, una preghiera americana (2019). The Clash 1977, RiPunk Joe Strummer (2020). Morrissey, the eternal boy (2021), Transmission, ita/es (2021)





02 December 2019

MA SERVE DAVVERO?: INFIMA COSMOGONIA PER CAFONI - Riccardo Cecchetti



 MA SERVE DAVVERO? È l’ennesimo libro inutile nel panorama dell’editoria italiana. Se deciderete di intraprendere questo viaggio all’interno dell’estetica e del cervello di Riccardo Cecchetti sarete i benvenuti. Ma se è vero che dalla testa di Zeus uscirono divinità e idee spaventose, immaginate da quella del Cecchetti! Il lettore si prepari ad una vera e propria cosmogonia nella quale appariranno i personaggi che da anni ispirano l’immaginario del maestro: da Majakovskij a Paolo Pulici, dalla eterea signorina Richmond di Nanni Balestrini a Mishima, tutti coordinati sotto la regia lisergica di un maestro Woland/William Burroughs che ordisce la trama sia del lavoro grafico che di quello letterario. 
Dopo il viaggio iperuranico de La sesta vocale (El Doctor Sax 2019) in cui il nostro Cecchetti incontra niente meno che Dio in persona, questo è un libro sull’inutilità stessa dell’esistenza, che continuiamo a portarci appesa sulla schiena come scimmie, ma di cui non capiamo il senso. Un libro inutile sull’inutilità, per Oscar Wilde avrebbe rappresentato il culmine della produzione artistisca, ma per Cecchetti la sua cosmogonia è infima e per cafoni, fatta di idoli umani, troppo umani, donne troppo donne, paradossi, visioni e cialtronerie. Insomma, il libro che non stavate cercando. Ma serve davvero? 









RICCARDO CECCHETTI “Marchigiano di nascita in quel di Sarnano, Riccardo conosce nei primi anni ’90 il pittore Magdalo Mussio, che dalla sua Toscana si è trasferito nelle campagne delle Marche, e insegna all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Dice Cecchetti «L’incontro con Magdalo mi ha fatto drasticamente cambiare idea su qualsiasi approccio alle arti figurative». Il rapporto con Mussio, personaggio che alla pittura univa la passione per il teatro, il cinema, l’editoria; propugnatore di una forma di espressione artistica che deve coinvolgere l’immagine e la parola, segnerà in profondità il percorso espressivo del suo allievo. La gavetta di Riccardo è fatta di vari ed eventuali mestieri per garantirsi il pane quotidiano: animatore, barista, corrispondente locale del Messaggero, redattore per alcune riviste locali disegnatore di Prezzemolo per gli sfondi, amministratore di condomini, direttore di hotel. Poi iniziano le collaborazioni con Selen, Frigidaire, Caffè Illustrato, Il Manifesto. Sulla soglia dei quarant’anni, decide di trasferirsi a Torino, lì trascinato dalla forza della sua fede calcistica granata. L’incontro con Marco Peroni, altro personaggio poliedrico che sa giocare su più livelli con i testi, lo porta alla prima pubblicazione per l’editore Becco Giallo:una graphic novel che ha come protagonista il calciatore beat e ribelle Gigi Meroni, fuoriclasse del Torino degli anni ’60. Ad essa segue, in occasione del mezzo secolo dalla scomparsa, una seconda graphic novel dedicata ad Adriano Olivetti: Adriano Olivetti, un secolo troppo presto e I 41 colpi, omaggio alla poetica di Bruce Springsteen. Vive a San Salvario, insieme a Porta Palazzo il quartiere più multietnico di Torino”. 



Luciano Del Sette (Il Manifesto)