21 August 2018

WILSON LO SVITATO - Mark Twain (NUOVA EDIZIONE 2018)



La storia è ambientata nella prima metà dell'800, a Dawson’s Landing, una cittadina della Louisiana sulle rive del Mississipi dove vive una comunità di famiglie borghesi quasi tutte in possesso di campi di lavoro e di schiavi neri. Un piccolo mondo chiuso in se stesso, in cui si tramandano i privilegi di generazione in generazione, dove a trionfare sono il pettegolezzo e una morale comune di provincia. E' in questa cittadina che giunge in un giorno d'inverno del 1830 un giovane avvocato in cerca di fortuna, David Wilson, con una ossessiva passione per le impronte digitali, che verrà soprannominato Lo Svitato a causa di una sfortunata battuta pronunciata proprio il giorno del suo arrivo. Wilson è l’elemento singolare, il singolo che entra a risolvere i vari dualismi che si troverà a sbrogliare. Wilson è poco più di una comparsa per buona parte del romanzo, ma che invece assumerà un ruolo di primaria importanza nell'ultimo atto di un intrigo assai curioso. La vicenda ruota intorno alla figura di Roxanne, una schiava mulatta che fa di tutto per assicurare al suo figliolo una vita migliore, scambiandolo di culla con il figlio del suo padrone, stravolgendo le esistenze dei due bambini. Vite ambigue che porteranno un ragazzo mulatto a vivere tra i privilegi e i vizi di un bianco proprietario terriero e un bianco a vivere come uno schiavo con sangue nero. Twain fa emergere come le differenze razziali e la schiavitù siano in realtà categorie inesistenti,facendo capire al lettore come sia l’ambiente circostante a formare l’individuo mettendo in evidenza l’ottusità della mentalità dei suoi contemporanei. 



Nato 30 novembre 1835 in Florida, Mark Twain " venne al mondo come una cometa", " e morì il 21 aprile 1910, il giorno dopo il passaggio della cometa di Halley attraverso l’orbita terrestre. Il suo vero nome era Samuel Longhorne Clemens, pescò il suo nome d'arte dai suoi giorni come pilota battello sul Mississippi, dove il grido "Mark Twain" veniva usato dai marinai per segnalare la profondità dell’acqua. Mark Twain era uno scrittore di talento, un sagace oratore e umorista brillante. Mise in luce le contraddizioni di un nuovo paese che stava crescendo economicamente, ma che rimaneva fossilizzato dal punto di vista culturale e sociale. Twain fu uno dei primi intellettuali antimperialisti che utilizzò la letterataura come strumento di denuncia contro il modello nascente dell’ Ugly American, tema che caratterizzerà tutta la letteratura statunitense del XX secolo. Non è certo un caso che William Faulkner sostenesse che “Twain è il padre di tutta la letteratura americana”.





03 August 2018

Opera Iniqua recensione - "Il coraggio dell'inattuale" di Daniele Mattei



Il libro di Federico Febbo è inattuale ma proprio per questo attuale. E rivoltoso. È rivoltoso il linguaggio, lo stile, il détournement elegante, l’allegoria sottile.

È rivoltoso il suo essere un massimalista e narrare una storia fregandosene delle storie, storielle, novelle e novellini inutili e minimaliste. Federico non vuole, anzi esige che sia il lettore a venire verso l’opera e non il contrario. Non svende nè tantomeno vende, semmai cerca una chiave per l’innominabile attuale come ben l’ha chiamato Calasso, che diciamo oltre che innominabile è sempre più ignobile. E a questo gioco al ribasso gioca il quasi intero mondo letterario.

Opera Iniqua è maestra di allegorie, Federico Febbo è l’antitesi e l’antidoto dell’attuale meccanismo di produzione letteraria: piccole storie per piccoli sommovimenti, più intestinali che intellettuali. Federico vola alto, indica una strada, smarrendola, smarrendosi e smarrendoci, ma sa bene quale è la sua strada, ch’è quella di una ossessiva ricerca del vero cercato tramite il suo percorso. D’altronde a ogni artista è dato il compito morale di smarrirsi e smarrirci come vuole.
Ricercare. Ricostruire.

Oggi ciò tanto più appare antimoderno quanto in realtà è rivoluzionario. Cosa intendo per vero? E perché ricostruire oggi, nel compiaciuto nichilismo e annichilente panorama è rivoluzionario?

Febbo lo sa, anche se lo svela non facilmente, ma non ha alcuna intenzione di prenderci in giro e sopratutto di prendersi in giro. È vero, disprezza il mondo, ma se ci fosse anche solo una piccola pietra da levigare in mezzo al marcio per far rilùcere uno straccio di verità e bellezza - dentro questo orrore più ridicolo che tremendo - sono sicuro, lo troveremmo là ad adempiere al suo compito.
Daniele Mattei