02 October 2021
30 September 2021
22 August 2021
#10 RIVISONDOLI - LEGGERE DOVE NON SI LEGGE: In viaggio con Sangue e Latte - di Gaia Russo Frattasi e Eugenio Di Donato
Siamo arrivati alla fine di questo viaggio, spero vi sia piaciuto, che vi sia venuta la voglia di visitare almeno uno dei posti narrati, di scoprirne gli spazi e i linguaggi e perché no di prendere in mano un libro e scoprire cosa c'è dentro.
Sangue e latte è il libro protagonista di questa storia e come tutti i libri ha voglia di essere letto. I libri normalmente si acquistano in libreria, sangue e latte a parte qualche rara libraio/a che ha deciso di ordinarlo direttamente dalla casa editrice non ha questa fortuna. Si trova on line in formato cartaceo e in ebook. Spero vi siate incuriositi a sufficienza da farvelo recapitare a casa.
Grazie per averci seguito,
Eugenio Di Donato
Gaia Russo Frattasi
Gabriele Nero
LEGGERE DOVE NON SI LEGGE from Gaia on Vimeo.
05 August 2021
#9 CAPRICCHIA. LEGGERE DOVE NON SI LEGGE: In viaggio con Sangue e Latte - di Gaia Russo Frattasi e Eugenio Di Donato
LEGGERE DOVE NON SI LEGGE - in viaggio con Sangue e Latte, di Gaia Russo Frattasi ed Eugenio Di Donato un racconto tra Abruzzo, Lazio e Marche in 10 tappe.
Qualcuna si è salvata, ne è uscita miracolosamente illesa, resta comunque inaccessibile per via dello stato delle abitazioni adiacenti.
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20 July 2021
UNA SVASTICA SUL VISO di Luca Buoncristiano su BENGALA - di Ray Banhoff
Scrittori buoni ce ne sono pochi e libri buoni ancora meno, per questo quando ne trovi uno è giusto condividerlo.
Joe Rotto è uno di questi.
Questo breve libro che ha scritto su Manson è illuminante, perché lo ha recitato dall'interno. Tutto il flusso di coscienza e la capillare ricostruzione storica della vicenda di Manson avevano bisogno di goccio di umanità per essere comprese.
Anche quando compie il male l'uomo è in mezzo agli uomini e di solito quel male nasce da ferite più antiche e profonde che poi sono anche l'unica spiegazione per capire l'inspiegabile.
Joe Rotto non assolve Manson ma condanna anche l'America.
Ti sei messo nei panni del mostro scrivendo il suo dolore in prima persona. Il finale del libro ribalta quasi la visuale, portando alla luce le “colpe” dell’America a cui ha attentato Manson. «Ti aspetti di spezzarmi? Impossibile! Mi hai rotto anni fa! Mi hai ucciso anni fa». Dentro di te però: Manson è colpevole?
Non lo giudico, non posso e non mi interessa. Sicuramente non è un assassino. Ciò che mi interessa è la narrazione di questa non vita che è una vita interiore. Manson non agisce, né quando è rinchiuso, né fuori, però parla, parla molto, ha molto da dire.
Parlami del tuo rapporto con CM. Cosa ti ha spinto a scrivere di lui in prima persona, da dentro. E come è stato?
Fin da ragazzo mi ha sempre attirato. Mi faceva terrore e questo a me è sempre piaciuto. C'è qualcosa di assolutamente magnetico nella paura e gli occhi di Manson erano veramente magnetici e poi c'era la storia che è comunque una storia hollywoodiana.
Solo che a me non bastava, volevo vedere dietro la maschera cosa ci fosse e così ho guardato e mi sono messo anche io questa maschera e ho capito quanto sia difficile togliersela quando questa diviene la tua salvezza. Charles Manson è un uomo che pur di esistere decide di assumersi l'esistenza che gli viene attribuita: quella del mostro. Egli indossa quella maschera perché può parlare solo attraverso di essa. Senza è muto col suo dolore e il suo isolamento.
Non ti fa sorridere il fatto che di cognome fai "Buoncristiano" e che ti occupi del Diavolo moderno? Era il tuo karma forse?
Mi sono occupato molto anche di Carmelo Bene, di cui ho curato un volume edito da Bompiani (PANTA CARMELO BENE) frutto del lavoro di archivio che ho fatto sul suo lascito artistico. Forse lì la vicinanza dei due cognomi era più conciliante. Credendo che il destino sia nel cognome probabilmente ho qualcosa da espiare.
Non c'è, non con quelle caratteristiche. Manson è frutto di quella cultura lì, di quella società lì, feroce e spersonalizzante. Non a caso è raro che ci siano serial killer da noi. Non siamo figli di Guerre Stellari o McDonald's. Nondimeno ci sono straordinari casi di cronaca nera, basti pensare al Delitto del Circeo, al Mostro di Firenze, la strage di Erba, Avetrana e così via. La mostruosità americana è più individuale, la nostra forse più condominiale.
Who is Joe Rotto? Che fai nella vita?
Joe Rotto, accompagnato dal suo fedele microcane Sid, è la mia creatura che mi porto dietro ormai da parecchi anni. Potrei definirlo, il mio amico immaginario cui ho dato volto e voce nei miei lavori precedenti (Libro Rotto e Album Rotto).
Joe è lo spacciatore per antonomasia, è colui che soddisfa qualsiasi vizio, che tu sia Michael Jackson, Axl Rose o un comune mortale. "Il mondo è fatto di dipendenze e io sono qui per questo" è il suo adagio.
Lui più che un mostro è un connettore di mostruosità.
Essendo un successo underground ormai mi si identifica con lui e quindi il creatore ha finito col prendere l'identità della sua creatura.
Oltre a scrivere, sono impiegato in un'azienda di armamenti.
La Nera, i delitti, la curiosità delle persone per questi brutti fatti. Che cosa rappresentano?
L'uomo tende al male, c'è poco da fare. Quando ci mettiamo al volante, tutti i santi giorni, auguriamo la morte almeno a una decina di persone e questo nel migliore dei casi. C'è una spinta al male che la maggior parte di noi domina ma nessuno può cancellare. Guardare l'orrore può allora essere catartico o più banalmente piacevole.
Quando si fa del male si pensa sempre di essere nel giusto. E' l'unica scelta possibile in quel momento. Dopo interverrà la legge o la religione o la coscienza a farci capire che forse, forse, abbiamo sbagliato, e non sempre.
Stando anche alle ultime dicerie, forse è Maryln Manson il suo unico vero erede nell’inconscio collettivo?
Marilyn Manson mi sembra solo l'ennesima vittima di questa isteria collettiva chiamata nuovo femminismo, contenuta a suo a volta in questa cazzata del politically correct, che ha come unica espressione la pubblica gogna e che sta rendendo questo mondo ancora più invivibile di quello che è. Non si possono distruggere le persone sui social, innocenti o colpevoli non mi interessa. Esiste la legge, esiste il commissariato, esistono i tribunali, si deve andare lì, no su instagram. I processi non si fanno con gli hashtag né tantomeno le battaglie per i diritti civili.
06 July 2021
WILSON EL CHIFLADO - Mark Twain
04 July 2021
#8 GORZANO. LEGGERE DOVE NON SI LEGGE - di Gaia Russo Frattasi e Eugenio Di Donato
In viaggio con Sangue e Latte, di Gaia Russo Frattasi ed Eugenio Di Donato un racconto tra Abruzzo, Lazio e Marche in 12 tappe.
Il bosco del Gorzano è un’invenzione di Gaia. È un viaggio in un cartone animato, è il bosco di Miyazaki popolato di maiali, uomini delle caldaie e incantesimi. Come l’incantesimo che ha colpito il nostro piccolo amico topolino che per svariati minuti ha tentato, senza riuscirvi, di liberarsi dalla morsa della fontana.
Nuotava con le zampette davanti velocissime, si muoveva come i topini che si vedono in Ratatouille. Tanto che non sai se i topi di campagna si siano sempre mossi così, morbidi e teneri, o abbiano imparato dopo aver visto il cartone.
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19 June 2021
17 June 2021
15 June 2021
14 June 2021
13 June 2021
12 June 2021
#7 PRETA. LEGGERE DOVE NON SI LEGGE - di Gaia Russo Frattasi e Eugenio Di Donato
In viaggio con Sangue e Latte, di Gaia Russo Frattasi ed Eugenio Di Donato un racconto tra Abruzzo, Lazio e Marche in 12 tappe.
A Preta non c’ero mai stato. Ci arriviamo passando per Campotosto, un paese che non esiste più. Circumnavighiamo il lago omonimo e arriviamo a Mascione. Passiamo per Capitignano e Monte Reale che con il suo nome e l’immenso viale alberato evoca grandi città reali come Torino e Caserta.
È tardi, il sole è sceso da un pezzo e Montereale è quasi deserta. Lungo il viale è aperta una rosticceria. Beviamo una birra e sgranocchiamo delle crocchette di patate appena sfornate. Di fronte a noi tre signore chiacchierano nella frescura della sera. Rifocillati continuiamo il giro quando ci coglie intenso l’odore del pane. Esplode da dietro le mura di una grossa casa in pietra, si infila potente nelle narici, riempie l’aria e corre giù lungo la via.
È il forno del paese, il forno del territorio, da qui parte il pane per i comuni in basso lungo la vallata, per il centro commerciale. Perfino per L’Aquila.
Ha salvato diverse persone quella notte, il signore è un volontario della croce rossa. Hanno caricato sull’unica ambulanza tutte le persone che potevano. Quando hanno finito le garze hanno bendato i feriti con le magliette, sistemato i cadaveri come potevano uno accanto all’altro.
LEGGERE DOVE NON SI LEGGE from Gaia on Vimeo.
02 June 2021
01 June 2021
10 May 2021
08 May 2021
#2 RIGOPIANO. LEGGERE DOVE NON SI LEGGE: In viaggio con Sangue e Latte - di Gaia Russo Frattasi e Eugenio Di Donato
SECONDA TAPPA: RIGOPIANO
Saliamo lungo i dodici chilometri di tornanti che portano da Castelli a Rigopiano. Sì, avete capito bene, Rigopiano, il terremoto e le nevicate furibonde del gennaio 2017.
A Rigopiano ci andavo a mangiare gli arrosticini nelle sere d’estate, ricordo una sera di Agosto eravamo forse una dozzina di ragazzi. Era notte, e di notte a Rigopiano se alzi lo sguardo al cielo ti ci ritrovi dentro. Vedi una stella cadente dietro l’altra. Sembra che piova.
Eravamo stesi sul prato, attoniti e mezzi infreddoliti, avvolti negli abiti leggeri dell’estate, e all’improvviso tra l’umidità della sera giunge lo scirocco. Non l’ho più sentito sulla pelle in quel modo, in bilico, tra il limitare del bosco e il fresco della notte.
A Rigopiano c’erano il camping Siella, il campeggio libero e tante storie da raccontare. Per noi bambini del paese era il regno dei funghi degli adulti, un posto di montagna abitato da muschi e alberi immensi, vi vivono specie autoctone di licheni e faggi centenari. Era il luogo dove i padri, d’inverno, nelle giornate di buon umore ci portavano a fare le discese con lo slittino.
Da ragazzi era la «salita». Chiunque avesse avuto qualche velleità ciclistica doveva cimentarsi con i tornanti. Antonio, il più veloce, impiegava poco più di quaranta minuti a coprire i dodici chilometri. Nel nostro mondo, una saetta.
Parcheggio, dico a Gaia che lì, proprio alle nostre spalle, a pochi metri, c’era il gazebo degli arrosticini. Gaia non mi ascolta, ha già la telecamera in mano e sta filmando il taglio.
Una fascia senz’alberi, larga decine e decine di metri che solca la montagna. È l’impronta della valanga. Intorno il bosco è intatto, lussureggiante, totalmente estraneo all’accaduto.
Gaia si volta di scatto, è tesa, raggiunge il guard-rail e punta la telecamera verso il mare. Pochi metri più in basso, al di là della strada che disegna un tornante sotto di noi c’era l’albergo di Rigopiano. Non c’è più niente, si distingue solo il perimetro a forma di ottagono della vasca della spa.
LEGGERE DOVE NON SI LEGGE from Gaia on Vimeo.