Il Giornalino di Gian Burrasca è la prova che un bambino di nove anni può essere più dirompente di un terremoto! Se siete stanchi di eroi di carta e di ragazzini da libro Cuore, aprite il diario di Giannino Stoppani (in arte “Gian Burrasca”), l'eroe che non chiedeva di esserlo, le cui avventure si trasformano in un susseguirsi di disastri combinati con la più candida delle intenzioni. Dimenticate la morale e preparatevi a ridere: ogni pagina è un manuale su come far saltare i nervi a maestri, parenti, e a qualsiasi figura adulto che ostenti ipocrisia e perbenismo. Con la sua logica disarmante e la sua innocenza distruttiva, Giannino annienta il conformismo; la sua penna è l'unica arma in grado di smascherare le falsità e i controsensi del mondo dei grandi. È un classico senza tempo che qui presentiamo riveduto in un italiano contemporaneo per i lettori di oggi, affinché le nuove generazioni possano finalmente godersi, senza inciampare in termini desueti. Preparatevi a ridere di gusto: dopotutto, l'unica cosa che gli adulti temono più di un terremoto è un bambino sincero.
Dietro la penna del monello più famoso d'Italia si nasconde Vamba (Luigi Bertelli, 1858-1915), l'intellettuale fiorentino che abbandonò il seminario per diventare un giornalista satirico. Vamba era convinto che la letteratura per ragazzi dovesse abbandonare il piagnucolio e il moralismo per abbracciare l'intelligenza e l'umorismo. L'autore non vedeva i bambini come angeli da plasmare, ma come forze anarchiche e vitali da liberare. Con Gian Burrasca, Vamba non solo creò un'opera esilarante, ma condusse una battaglia culturale e anti-autoritaria che lo pose in antitesi rispetto ai canoni dell'epoca, insegnando ai ragazzi a mettere in discussione le regole, celebrando l'irriverenza come la forma più pura di autenticità.



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