03 April 2021
01 April 2021
I DIARI DI ADAMO ED EVA di Mark Twain recensito da Rafael Becerra (Traduzione di Silvia Pantò)
Chi gli ha mai dato voce? Chi si è mai sforzato di capire la loro difficile situazione di giovani ignoranti e innocenti, due bambini dalla mente malleabile e ancora priva di valori, costretti a scoprire il mondo da soli.
È per questa ragione che Mark Twain ci offre un bellissimo libro nel quale Adamo ed Eva si raccontano attraverso i propri diari. Attraverso questi, Twain immagina il loro processo di apprendimento, il conoscersi l’un l’altro, indagando sullo scontro di personalità che li ha condotti alla comprensione reciproca, alla vicinanza, alla mutua ammirazione, all’amore. Sentimento inventato da queste due creature, che con questa innovazione sono riuscite a superare proprio il Creatore, che dimostrava invece di esserne carente. Si può dunque colpevolizzare in maniera così esagerata due bambini incoscienti delle proprie azioni? Solo un essere, o un ente pieno di risentimento può farlo, solo un represso, passivo-aggressivo agirebbe in tale maniera. Fu così che quelle creature mosse dalla curiosità, hanno reso la loro specie così grande, disobbedendo. Lo fanno con l’incoscienza, figlia della totale mancanza di malizia e di esperienza, il rifiuto dell’irrazionalità. Come avrebbero potuto scatenare l’ira di dio, se non infischiandosene degli effetti delle proprie azioni, in modo insolente e spavaldo?
Questo è un libro da riscoprire, da rileggere, un libro bellissimo che ci strappa un sorriso, perché rilegato con un filo sottile di ironia.
Mark Twain esplora le possibilità che offre il racconto biblico per immaginare le reazioni di due esseri condannati a capirsi; non lo presenta come un castigo, ma come un’opportunità per analizzare la necessità di una controparte, in un mondo vergine e solitario. Che ne sarebbe di tutta l’esperienza, di tutte le scoperte, di tutti i dubbi, se non avessimo qualcuno con cui condividerli? La grandezza della solitudine in un mondo selvaggio finirebbe per divorarci. Nel racconto non ci sono critiche, i due giovani sono costretti ad abbandonare il Paradiso e prendendo atto della nuova realtà, senza giudicare chi per primo li aveva giudicati, cacciandoli. Continueranno a coltivare la loro innocenza, scoprendo il mondo esterno e le sfaccettature delle loro personalità, accettando il loro destino, tanto da far pronunciare ad Adamo queste immortali parole: «Ovunque lei fosse, lì era il Paradiso».
30 March 2021
29 March 2021
Recensione di L'uomo Elefante e altri racconti - di Natalia Verginella (italiano)
Non so se è per questo ricordo dell'infanzia che nella mia libreria ci sono i dvd di Freaks, un film del 1932 diretto da Tod Browning, ambientato nel mondo del circo ed interpretato da veri e propri fenomeni da baraccone, e uno dei miei film preferiti, The Elephant Man di David Lynch. Proprio quest'ultimo è l'adattamento cinematografico del libro The Elephant Man and Other Reminiscences di sir Frederick Treves.
La casa editrice El Doctor Sax ne ha pubblicato la versione italiana L'uomo Elefante e altri racconti di Frederick Treves, tradotto abilmente da Armando Rotondi, e ovviamente da oggi è nella libreria di casa mia.
È un libro che si legge tutto d'un fiato. È piacevolmente semplice ma appassionante. I caratteri della copertina richiamano le locandine del circo dei primi del Novecento quando i fenomeni da baraccone erano una delle attrazioni, e l'immagine centrale creata da Marco De Luca richiama la figura dell'Uomo Elefante al centro di un mirino, al centro dello sguardo di tutti.
Frederick Treves è stato un grande chirurgo, un fine anatomista, e un abile scrittore. Racconta con attenzione per i dettagli, quasi come fosse un antropologo, il suo incontro e la sua amicizia con Joseph Merrick, il famoso Uomo Elefante, per tanto tempo esibito come fenomeno da baraccone nella Londra di fine Ottocento.
Treves non descrive di Merrick solo le deformità fisiche, ma delinea un ritratto intimo e personale con parole semplici, ma estremamente vivide che regalano al lettore dei preziosi quadri intimisti.
“Rinchiusa in un negozio vuoto e illuminato dalla debole luce blu del bruciatore a gas, questa figura ingobbita era l'incarnazione della solitudine...
Fuori splendeva il sole e si sentiva il via vai dei passanti, una melodia fischiettata da un ragazzo e il ronzio amichevole del traffico sulla strada.”
Grazie alla potenza di queste descrizioni, il lettore conosce non un fenomeno da baraccone, ma semplicemente un uomo, con le sue fragilità, i suoi sogni e le sue paure.
“Fu solo quando scoprii che Merrick era molto intelligente, che possedeva una sensibilità acuta e – ciò che è peggio – un'immaginazione romantica, che finalmente compresi la travolgente tragedia della sua vita.”
“Aveva una passione per la conversazione, ma per tutta la vita non aveva mai avuto nessuno con cui parlare.”
“Non aveva avuto un'infanzia. Non aveva avuto un'adolescenza. Non aveva mai provato piacere, Non sapeva nulla della gioia di vivere né del divertimento. La sua unica idea di felicità riguardava lo strisciare nell'oscurità per nascondersi.”
“ Era passato attraverso il fuoco e ne era uscito illeso. I suoi problemi lo avevano nobilitato.”
“Una cosa che mi aveva sempre colpito tristemente era il fatto che Merrick non potesse sorridere... Poteva piangere, ma non poteva sorridere.”
“Mi colpiva quando mi diceva che si era fatta strada nella sua mente l'idea, nell'ipotesi di vivere tra ciechi, di poter conquistare l'affetto di una donna, se solo fosse stata senza occhi per vedere.”
L'uomo Elefante e altri racconti di Frederick Treves è un piccolo capolavoro di verità, un'analisi estremamente attuale dell'uomo e della sua unicità.
Frederick Treves non descrive solo Joseph Merrick, l'uomo elefante, descrive me e forse tutti noi che ogni giorno lottiamo, nel centro del mirino, per farci accettare dagli altri semplicemente per quello che siamo.
26 March 2021
25 March 2021
LAS MUCHAS MUERTES DE AMBROSE BIERCE por Rafael Becerra
Es habitual en la mayoría de los reseñadores y biógrafos de las obras de Ambrose Bierce verse arrastrado por los hechos misteriosos que rodearon su desaparición y su muerte. El asunto en sí, aviva la mente truculenta de los lectores y de los mismos editores que no paran de recordar una y otra vez el final del escritor. Final que ha alimentado la mente de unos cuantos que se inventaron rocambolescos colofones para poder sentar bajo una certeza y un epitafio uno de los grandes misterios de la literatura.
Aquí, por conocida que es la misteriosa desaparición, no hablaré de ella, pero sí, de las numerosas muertes que una persona puede sufrir en vida, esas que irán forjando tu carácter y que en aciagas circunstancias, puede condicionar toda tu vida. Ese fue el caso de Bierce, a quién los ingleses apodaron: Bitter Bierce. Debido a la amargura y la decepción que empapaban sus escritos. Basta echar un vistazo a su vida para tragar saliva con dificultad.
Su nacimiento como el benjamín de nueve hermanos en una familia humilde en un villorrio de Ohio en 1842 no puede definirse como afortunado, y recordarlo solo hacía manifestar en el autor un odio integral hacía su familia. Su hermano Albert es el único que escapa a la ira de su pluma, no se sabe porqué, pero no es difícil imaginar que sería quién no se dedicara a amargar la vida del pequeño de la familia. Por otra parte, su madre, verdadera cabecilla del núcleo familiar, calvinista y puritana, gobernaba con mano de hierro las vidas de sus cachorros y su indolente marido, el látigo en una mano y la biblia en la otra. En este ambiente represivo y lleno de prejuicios se crían los nueve pequeños, no es de extrañar que todos estuvieran deseando de salir de allí, uno de sus hermanos se fugó con una feria, y otra hermana, misionera en África, tuvo un dramático final relacionado con la dieta de algunos indígenas.
Con 17 años Bierce entra en la academia militar pero pronto estalla la guerra de Secesión arrastrando al joven a sus filas en 1861. La tragedia de la guerra con toda su crueldad y crudeza se manifiesta ante un muchacho que quedaría marcado de por vida ante experiencia tan amarga. Fue gravemente herido en combate. De esa guerra alimentaría parte de su obra, en Cuentos de civiles y soldados donde nomaquilla ninguna de las inmundicias experimentadas en la guerra, ya fueran morales o físicas. Unos cuentos plagados de seres arrastrados por un destino nada benévolos con ellos. Obra pacifista que muestra las sombras de un espectáculo bélico carente de grandeza. Muchos estudiosos proclaman sus cuentos de guerra como lo mejor de su producción.
Bierce se instala en San Francisco y comienza a escribir en diferentes periódicos, se interesa por la política local, pero nuevamente sufre un desengaño. Por aquella época conoce a Mark Twain con quién forja una sólida amistad. Más tarde se casaría y marcharía a vivir tres años a Londres, quizás la mejor época de su vida. Pero no vivió un matrimonio feliz, dos de sus hijos mueren de forma trágica, uno en una pelea, y el otro a causa del alcohol. En 1889 se separa después de 18 años de matrimonio. En 1876 una vez vuelto a San Francisco comienza de nuevo a escribir en periódicos donde alcanza un gran prestigio. Pero hastiado de su amargo presente se embarca en la última aventura. Realiza un recorrido por los campos de batalla donde antaño guerreó y en 1913 parte para la guerra civil de México, donde su rastro se pierde en aras de la especulación.
Ha sido comparado con Nathaniel Hawthorne, Herman Melville, Edgar Allan Poe y Stephen Crane. Con semejante currículum merece la pena sumergirse en su obra, pronto te verás atrapado por su estilo ágil, que te arrastrara de lleno a cualquiera de sus cuentos, a los terroríficos, a los bélicos, o fantásticos con títulos tan sugerentes como El club de los parricidas.
Un autor que sigue despertando admiración y al que es necesario volver a menudo para recordar que ninguna vanidad ni ningún materialismo nos salva de la estupidez.
19 March 2021
LOS DIARIOS DE ADÁN Y EVA de Mark Twain por Rafael Becerra
El Génesis no nos cuenta nada de ellos. Se centra en su creador, ese dios torpe y cruel a cuyo capricho quedaba toda criatura. Y las más desgraciadas, por lo que se esperaba de ellos: Adán y Eva.
Mark Twain nos ofrece un bello relato en forma de diarios personales de Adán y Eva, imaginando como fue ese aprendizaje, ese conocimiento del uno para el otro, esa contradicción de caracteres que condujo al entendimiento, a la cercanía, a la mutua admiración. Al amor. Inventado por esas dos criaturas que superan en ese acto a su creador que carecía de el ¿Se puede culpabilizar a dos niños ignorantes de sus acciones de forma tan desproporcionada? Solo un ser, o un ente enfermo de resentimiento puede hacerlo, solo un reprimido actuaría de tal modo. Y aquellas criaturas llevadas por la curiosidad que haría tan grande a su raza, desobedecen. Lo hacen con la inconsciencia que les da la falta de maldad, la carencia de experiencia, el rechazo a la sinrazón ¿De qué otro modo hubieran desatado la ira de dios si no fuera por su desconocimiento del miedo y del alcance de sus actos?
El Génesis nos presenta a unos personajes ninguneados y reducidos por la historia, creados para justificar las pautas de una religión que fracasa delante de un analista (Twain) que hace su trabajo desde la compasión a unas criaturas desvalidas; desde el amor, y desde la concordia. Nos muestra un punto de vista ignorado al principio de todo. Una justicia histórica necesaria y poética. Un dardo inteligente que frena de golpe a nuestra equívoca capacidad de dar las cosas por sentado según nos son contadas. La belleza de estos diarios nos concilia con la inocencia, nos invita a mirar con otros ojos a la persona con la que compartimos la vida. Nos imaginamos sin remedio en esa soledad de un paraíso rebosante de todo menos de una cosa: El amor. Esa extraña cualidad humana que nos empatiza con la existencia. Ese soplo de felicidad efímera contra el que luchan algunas religiones monoteístas que zancadillean un sentimiento que no pueden comprender y menos aceptar sin cortapisas, a sabiendas de que su poder se desmoronaría.
Mark Twain explora las posibilidades que ofrece el relato bíblico para imaginar las reacciones de dos seres condenados a entenderse, y lo plantea no como un castigo, sino como una oportunidad de analizar la necesidad que tenemos de nuestro contrario en un mundo virgen y solitario ¿qué sería de todas las experiencias, de todas las dudas, de todos los descubrimientos, si no tuviéramos a alguien con quién compartirlo? La magnitud de la soledad en un mundo salvaje acabaría por devorarnos. En el relato no hay reproches, los jóvenes abandonan el paraíso y asumen su nueva realidad sin juzgar al que juzgó y los expulsó. Ellos continúan alimentando su inocencia, aprendiendo, descubriendo la amplitud de su carácter y aceptando su destino con todas sus cualidades de su parte, que en un momento dado hacen pronunciar a Adán estas inmortales palabras:
15 March 2021
12 March 2021
REYPUEBLO Diego Armando Maradona di Marco De Luca
11 March 2021
05 March 2021
L'UOMO ELEFANTE E ALTRI RACCONTI - Frederick Treves
04 March 2021
26 February 2021
25 February 2021
REYPUEBLO Diego Armando Maradona de Marco De Luca
El 25 de noviembre de 2020, el mundo entero quedó conmovido por la noticia de la muerte del mayor intérprete del fútbol: Diego Armando Maradona. Como ocurre con los grandes hombres, los que cambiaron la historia de la humanidad con su pensamiento o su arte, el campeón argentino nos pertenece a todos. Tras su muerte, nos despertamos huérfanos del hombre, del icono, que revolucionó el deporte, y a su manera, la historia del Siglo XX, pero sobre todo sentimos una sensación de desconcierto por haber perdido la encarnación del rebelde que llevamos dentro. Porque Diego Armando Maradona representaba precisamente eso: perfección técnica aplicada a la lucha contra las injusticias, a la rebelión. Diego, ese hedor a pobreza nunca se lo quitó de encima, sería la persona que a pesar de su origen humilde, lograría, como un héroe, llegar a las cumbres del deporte y a consagrarse como mito de la cultura pop.
ReyPueblo es un homenaje al ídolo de nuestra infancia, que además de recopilar los aforismos más significativos del Pibe de oro, traza gráficamente su trayectoria a través de las ilustraciones digitales de Marco De Luca. En este libro, la vida de Maradona se convierte en una epopeya, donde el héroe se escinde entre el líder que arrastra a las masas contra las injusticias, y al mismo tiempo vive la soledad de quien paga a un precio muy alto el coraje de sus ideas y, sobre todo, el hecho de ser el mejor.
A través del traslapo gráfico con divinidades, héroes, artistas y personajes históricos, el retrato que emerge es de un Maradona deificado, pero en el sentido de dios griego, con los mismos vicios y las virtudes de los seres humanos. Esta obra quiere revivir la que fue la historia de quien, más que nadie, encarnó el sueño de todo aquel que ha pateado una pelota: “quiero jugar un Mundial y salir campeón!”, a pesar de la pobreza y un físico más acorde con el de conserje que el de atleta. Recordando los triunfos, las caídas y los excesos de Diego Armando Maradona, queremos rendir homenaje al hombre que solo, desde Villa Fiorito a Nápoles, desde Sevilla a Buenos Aires, regaló mucha felicidad a los últimos del mundo, ReyPueblo de aquella gente humilde y soñadora, como la de donde venía, que sigue amándolo aún más, y que a lo largo de los años lo ha elevado a su propio símbolo, libertador, Rey.
24 February 2021
20 February 2021
10 February 2021
UNA ESVÁSTICA EN LA CARA - Luca Buoncristiano
09 February 2021
SANGUE E LATTE di Eugenio Di Donato su LIBRI LETTI (Instagram)
08 February 2021
06 February 2021
SANGRE Y LECHE de Eugenio di Donato en LAU_LAU_MON (Instagram)
En ella Ludovico nos hace un repaso de su vida, pasado y presente, de lo que eran sus anhelos y en lo que ha resultado su presente.
"Escondí mi sentir para evitar ser defraudado, marginado, incomprendido."
"Me ahogaba, no estaba bien e, impertérrito, continuaba viviendo del mismo modo. Usaba cualquier excusa para eludir las señales de alarma que el cuerpo me enviaba."
He disfrutado mucho su lectura.
05 February 2021
I duellanti di Joseph Conrad - Recensioni dei lettori su Amazon
USSARI COME NOI
Un libro che consiglio senza riserve agli appassionati del periodo napoleonico.
Si legge davvero con piacere e velocemente, e non lo lascerete finché non scoprirete come va a finire il duello tra i due protagonisti.
Non é perfetto, peró é decisamente piú riuscito rispetto a romanzi piú lunghi e complessi.
Un classico ricomprato per mio figlio.
Un bellissimo racconto che rende grande giustizia anche al famosissimo film opera prima del grande Scott, chiarendo bene le ragioni dell’ineluttabilità del duello per l’Ufficiale “buono” quando è sfidato dall’attaccabrighe, ma sopratutto spiega il sublime risvolto amoroso e romantico che discende in capo al saggio e magnanimo vincitore del duello finale. Un libro da non perdere per così rileggere con la maggiore attenzione dell’età matura questo classico della letteratura europea.