TRADUZIONE:
SILVIA PANTÒ &
GABRIELE NERO
Jack London (12 gennaio 1876 San Francisco-22 novembre 1916 Glen Ellen) nella sua breve vita fu marinaio, pescatore, cercatore d’oro, giornalista, esploratore, agitatore politico, ma soprattutto fu un lettore e uno scrittore compulsivo. Durante l’infanzia alternò la scuola a lavori saltuari come lo strillone, il ladro di ostriche e l’operaio in un conservificio. Nel 1893, a soli 17 anni, partecipò a un concorso giornalistico vincendo il primo premio. Tra 1897 e il 1898, intraprese la grande avventura della Corsa all'oro con due viaggi in Alaska, dal quale tornò senza risorse auree, ma con tanti racconti d’avventura vissuti in prima persona, da scrivere. London pubblicò più di 50 titoli, è stato tradotto in più di 90 lingue nel mondo, conoscendo in vita il successo mondiale. Tra le sue migliori opere ricordiamo: Martin Eden, Il vagabondo delle stelle e John Barleycorn (libro autobiografico sulla sua battaglia contro l'alcolismo, che con El Doctor Sax abbiamo ripubblicato nel 2017), oltre ai classici grandi classici per ragazzi Zanna Bianca e La chiamata della selva. Jack London, lo scrittore del popolo, morì in circostanze misteriose il 22 novembre 1916 nel suo ranch di Glen Ellen (California) all'età di 40 anni. I giornali americani dedicarono più spazio alla notizia della sua morte che a quella dell'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria, morto il giorno prima.
In queste volume sono stati selezionati tre racconti che fanno parte della raccolta dedicata ai viaggi nel Grande Nord: Amore alla vita, Bâtard e Il Silenzio Bianco. Le tre storie, seppur molto diverse, sono incentrate sulla contrapposizione dialettica tra individualità e collettività, elemento spesso presente nelle sue opere. London sosteneva che l’essere umano non fosse buono per indole, e che solo nella solitudine estrema e primitiva potesse cogliere la propria essenza animale, riconciliandosi e prendendo coscienza di essere un elemento in più del grande quadro della Natura. I protagonisti di questi racconti, persi in situazioni estreme, riscoprono il loro amore verso la vita, proprio percorrendo l’ultimo sentiero. Quello che li condurrà verso il Silenzio Bianco.
«Preferirei essere cenere che polvere! Preferirei che la mia fiamma bruciasse in una vampa brillante piuttosto che venire ricoperto dalla muffa. Preferirei essere un magnifico meteorite, con atomi che bruciano e si infiammano, piuttosto che un pianeta immobile e assopito. La natura dell'uomo è vivere, non esistere. Non ho intenzione di sprecare i miei giorni nel tentativo di prolungarli, voglio viverli»
JACK LONDON
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