22 May 2017

12 May 2017

JOHN BARLEYCORN - Jack London

La vita di Jack London (San Francisco 12 gennaio 1876 - Glen Ellen 22 novembre 1916) fu di per sé la realizzazione dell’american dream. Figlio di contadini di origini irlandesi, durante l’infanzia alternò la scuola, al lavoro di strillone, al contrabbando sui pescherecci di ostriche. Da ragazzo vinse un premio per un articolo in un concorso giornalistico, ma prima di conoscere il successo lavorò in fabbrica, s’imbarcò come marinaio, fu un agitatore politico, esploratore, pescatore, giornalista, fu sempre un lettore compulsivo e infine scrittore di fama internazionale. Fu Borges a riconoscere l’enorme valore letterario e narrativo di London rivalutando i suoi tre grandi romanzi: Il vagabondo delle stelle, Martin Eden e John Barleycorn, appunto. Già, non potremmo tracciare un profilo completo di Jack London senza parlare del suo amico John Barleycorn, ovvero lo spirito dell’alcol secondo la tradizione popolare americana. In questo libro infatti lo scrittore californiano ci presenta uno sguardo umano e sincero sulle sue esperienze con l’alcol. Non ci fornisce un giudizio moralistico sull’alcol, ne descrive le connotazioni romantiche, quelle divertenti, ma soprattutto quelle drammatiche, quelle di totale malessere fisico e spirituale. London si interroga su quale siano i motivi che spingano le persone migliori, quelle più interessanti, a buttarsi tra le braccia di John Barleycorn. Ogni capitolo è un incontro con questo misterioso personaggio, un’avventura bagnata di whiskey, birra e accompagnata dalla corrosiva sincerità di Jack London, scrittore di vita.

«Dio mi salvi dalle persone che non hanno questo fuoco interiore, i freddi di cuore e i corti di testa, quelli che non fumano, che non bevono, che non bestemmiano, quelli che non fanno mai nulla di coraggioso, rischioso, fuori dagli schemi, perché la loro debole essenza non ha mai un fremito di vita che spinga oltre i propri limiti, ad osare. Questi non li incontri mai al saloon, non li trovi a battersi per le cause perdute, non a far faville sui sentieri dell'avventura, non ad amare alla follia. (…)Per questo accuso John Barleycorn. Sono proprio questi, i tipi in gamba, i degni, quelli che hanno l’unica debolezza nell’avere troppa forza, troppo spirito, fuoco e fiamme, sono loro, angeli caduti che lui adesca e porta alla rovina»
Jack London










03 April 2017

JOHN BARLEYCORN - Jack London

INTRODUCCIÓN Y TRADUCCIÓN:
JUANJO MONSELL.

Jack London (12 enero 1876  San Francisco-22 noviembre 1916 Glen Ellen) nos presenta una mirada humana del alcohol. Nos muestra todas las connotaciones románticas, nos hace salivar con sus aventuras bañadas en cerveza y whisky, para después golpearnos con la enfermedad que subsigue a la diversión. London quiebra con su sinceridad ese halo de misterio que siempre ha envuelto a las figuras literarias que se revolcaban en alcohol y saca a relucir su parte más humana, esa parte de las contradicciones y los errores. Describe la parte más corrosiva de la bebida, habla sobre las consecuencias devastadoras de una vida llena de excesos, derriba la atmósfera de alegría que circunda al consumo de alcohol para exhibir el trasfondo destructivo de John Barleycorn. Toda la novela no es más que un alegato a favor de la vida. Es el grito del hombre que ha sufrido un terrible accidente y, a consecuencia de esto, se le ha aparecido la muerte. Es un consejo paternalista basado en la experiencia propia lanzado a la humanidad. Aunque lo cierto es que ni él mismo es capaz de seguir su consejo. Se ofrece a sí mismo como ejemplo para que nadie más recorra el camino recorrido por él. Sin embargo, él no es capaz de abandonarlo. Y son precisamente estas contradicciones las que confieren una inmensa humanidad al relato.


"Solamente las buenas personas, las que valen la pena, las personas con la debilidad de una fortaleza desmesurada, un espíritu desmesurado, un fuego y una llama diabólica desmesurados, son las que son solicitadas y arruinadas por él. Por supuesto, él arruina a los débiles; pero ellos, lo peor que hemos engendrado, no me preocupan. Mi preocupación surge porque hay muchos que vienen de lo mejor que hemos engendrado y que son destruidos por John Barleycorn. Y la razón por la que estos son destruidos es porque John Barleycorn aparece en cada carretera y autovía, accesible, es protegido por la ley, es saludado por el policía, se habla con él y se le lleva de la mano a los lugares donde los compañeros buenos y audaces se reúnen y beben.(...)Me pasan el alcohol, mezclado inteligentemente con agua, y pronto me veo inmerso en la juerga, con gusanos arrastrándose por mi cerebro y John Barleycorn susurrándome que la vida es grande y que todos nosotros somos valientes y puros -espíritus libres tumbados como dioses indiferentes sobre la hierba y mandando el mundo convencional de la concreción y la determinación a freír espárragos."
Jack London




















01 March 2017

THE CONFIDENCE MAN - Herman Melville

Published on the day it is set, April Fool’s Day 1857, The Confidence-Man concerns a group of passengers travelling the Mississippi by steamboat (aptly named the Fidèle) and their various onboard encounters with an enigmatic conman figure (who appears throughout in a variety of disguises). Poorly received at the time of its first publication, The Confidence-Man was indeed Melville’s last novel — he would thereafter turn to poetry and resumed prose fiction only much later in 1885 with the commencement of the unfinished Billy Budd, Sailor. Though largely misunderstood in the mid-19th century, the novel and its central message — that the art of the con lies at the heart of American society — began to garner more appreciation and salience as the decades rolled on. Orson Welles was said to have wanted to make it his first film, before eventually settling for Citizen Kane.



HERMAN MELVILLE (1819-1891) was born in New York. Family hardships forced him to leave school for various occupations, including shipping as a cabin boy to Liverpool in 1839, a voyage that sparked his love for the sea. A shrewd social critic and philosopher in his fiction, he is considered an outstanding writer of the sea and a great stylist who mastered both realistic narrative and a rich, rhythmical prose.



«The relevant book about Trump’s American forebear is Herman Melville’s ‘The Confidence-Man,’ the darkly pessimistic, daringly inventive novel that could just as well have been called “The Art of the Scam”».
                                                                        Philip Roth


«What started this was, to account, if necessary, for the changed air of the man with the weed, who, throwing off in private the cold garb of decorum, and so giving warmly loose to his genuine heart, seemed almost transformed into another being. This subdued air of softness, too, was toned with melancholy, melancholy unreserved; a thing which, however at variance with propriety, still the more attested his earnestness; for one knows not how it is, but it sometimes happens that, where earnestness is, there, also, is melancholy».
                                                             Herman Melville







23 January 2017

15 December 2016

IL GATTO - Giovanni Rajberti, illustrato da Natalia Verginella


EDIZIONE ILLUSTRATA DA NATALIA VERGINELLA


Narrano le cronache che Il gatto fu un vero best-seller dell’epoca, tanto che finì anche tra le mani di Baudelaire che lo trovò divertentissimo. In questo pamphlet emerge la visione misantropa e individualista del Rajberti, che facendo l’elogio del gatto, lo paragona con la miseria della natura umana. Con leggerezza e umorismo attraversa temi universali come la filosofia di vita dei gatti, libera e saggia, e quella degli uomini evidenziando a quanti inutili compromessi sociali questi ultimi si sottopongano quotidianamente, al pari delle altre bestie. Per 150 anni la critica si è divisa e ha provato ad etichettare Rajberti a volte come liberista, altre volte come libertario, ma noi abbiamo deciso di riproporre Il gatto a testimonianza del suo pensiero: libero!



Giovanni Rajberti nacque a Milano il 18 aprile 1805. Dai suoi contemporanei fu conosciuto come il medico poeta. Figlio di un medico di campagna ricevette un’educazione incentrata sullo studio delle materie umanistiche e classiche, tanto che per proseguire gli studi, il piccolo Rajberti entrò in seminario come novizio, ma abbandonò presto l’abito ecclesiale per iniziare gli studi di medicina all’ Università di Pavia. Si hanno testimonianze del Rajberti come medico in esercizio presso l’Ospedale Generale di Milano, fino al 1842, anno in cui a causa di alcune satire anti- austriache fu trasferito a Monza. Proprio a Monza, lontano dai fervori unitari della Milano, nei cui salotti, tra gli altri, conobbe il suo caro amico Mantegazza, ma anche Manzoni e Verdi, Rajberti visse gran parte della sua vita e scrisse la maggior parte delle sue opere. La metà della sua produzione letteraria fu composta in dialetto milanese, di notevole importanza editoriale fu la traduzione al milanese dell’ Ars Poetica di Orazio. In Italiano invece, le sue opere di maggior successo furono L’Arte di convitare, un manuale semi-serio in cui l’autore si prende burla dei convenevoli e dei luoghi comuni che si ripetono nelle cene della nuova borghesia del XIX secolo e Il viaggio di un ignorante a Parigi, una via di mezzo tra una guida e un romanzo picaresco, nel quale il Rajberti gioca fino all’eccesso con le riflessioni naif e innocenti di un pover’uomo, privo di cultura di fronte alla città che in quel momento rappresentava il centro culturale e artistico più importante ed effervescente d’Europa. Nel 1859 Rajberti venne colpito da una paralisi cerebrale che lo lasciò in stato vegetativo fino al 11 dicembre 1861, data della sua morte. I maligni videro questa malattia come una punizione divina per l’abuso che aveva fatto della parola, finché l’aveva avuta in dote; gli amici invece ebbero il rimpianto che Rajberti non avesse mai visto realizzato uno dei suoi grandi sogni: l’Unità d’Italia.


«Il gatto è cosmopolita, la sua patria è da per tutto; e fino in ciò rassomiglia agli uomini veramente sommi e affatto eccezionali, che sono reclamati dall’umanità intera, e dei quali enfaticamente si dice che hanno per patria il mondo.» Giovanni Rajberti 

«Nella prossima vita voglio essere un gatto. Dormire venti ore al giorno e aspettare che ti diano da mangiare. Starsene seduti a leccarsi il culo.» Charles Bukowski






14 December 2016

BENITO CERENO - Herman Melville

"Benito Cereno" is a novel by Herman Melville, a fictionalized account about the revolt on a Spanish slavery ship captained by Don Benito Cereno, first published in 1855. Off the coast of Chile, captain Amasa Delano of the American merchant ship Bachelor's Delight visits the San Dominick, a Spanish slave ship apparently in distress. After learning from its captain Benito Cereno that a storm has taken many crewmembers and provisions, Delano offers to help out. He notices that Cereno acts awkwardly passive for a captain and the slaves display remarkably inappropriate behavior, and though this piques his suspicion he ultimately decides he is being paranoid. Employing a third-person narrator who reports Delano's point of view without any correction, the story has become a famous example of unreliable narration.


Herman Melville (1819-1891) was born in New York. Family hardships forced him to leave school for various occupations, including shipping as a cabin boy to Liverpool in 1839, a voyage that sparked his love for the sea. A shrewd social critic and philosopher in his fiction, he is considered an outstanding writer of the sea and a great stylist who mastered both realistic narrative and a rich, rhythmical prose.

«Such were the American’s thoughts. They were tranquillizing. There was a difference between the idea of Don Benito’s darkly preordaining Captain Delano’s fate, and Captain Delano’s lightly arranging Don Benito’s. Nevertheless, it was not without something of relief that the good seaman presently perceived his whale-boat in the distance. Its absence had been prolonged by unexpected detention at the sealer’s side, as well as its returning trip lengthened by the continual recession of the goal».






01 December 2016

EL DUELO - Joseph Conrad

Joseph Conrad nació el 3 de diciembre de 1857 en Berdichev, Polonia (hoy Ucrania), hijo de un noble, patriota polaco que traducía obras de Shakespeare y Hugo y fue exiliado por los rusos por motivos políticos. El joven Conrad con 16 años, se marchó de Polonia y se instaló en Marsella. Durante cuatro años navegó en barcos mercantes franceses, luchó en España durante las guerras carlistas entre las tropas de don Carlos y estuvo al borde del suicidio por una historia de amor. Obtuvo la nacionalidad británica en 1886 y cambió su nombre. En 1902 se embarcó hacia el Estado Libre del Congo y lo que vio, vivió y sintió ahí, quedó plasmado para la posteridad en El corazón de las tinieblas con toda probabilidad la más famosa, y enigmática de todas sus novelas. Creó una escritura en una lengua que no era la suya y con estilo poderosamente identificable denso, lírico y perturbador universo de palabras, aventuras externas e internas con halo mágico, sentimientos y sensaciones de vértigo, personajes legendarios. Autor de 13 novelas, dos libros de memorias y 28 relatos cortos, Joseph Conrad falleció el 3 de agosto de 1924 en Canterbury, Kent, Inglaterra, por un ataque de corazón. 



Enmarcada en las tensiones de la era napoleónica, esta novela narra un vehemente conflicto entre dos tenientes de un regimiento de húsares. “La historia de un duelo, que ad­quirió caracteres legendarios en el ejército, corre a través de la epopeya de las guerras imperiales.” Los oficiales Feraud y D'Hubert muestran perfiles muy distintos: el primero es un gascón apasionado e impetuoso; el segundo, nórdico, más prudente y mesurado. Pronto se verán envueltos en una contienda interminable, producto de una situación sin importancia: Feraud se había batido en duelo con un miembro de una familia influyente, motivo por el cual se ordena su arresto. D’Hubert fue el encargado de transmitirle este mensaje, consiguiendo únicamente dar vida a un duelo. La disputa irá evolucionando y fluctuando paralelamente a las campaña napoleónicas, a través de los años y de los varios intentos de poner fin al asunto por medio de un nuevo duelo, propiciado siempre por el incansable y obstinado Feraud. Conrad construye la historia de dos hombres que se odian y se persiguen a través de Europa, cargando esta relación de rencores, envidia, miedos, pero al mismo tiempo de honor, lealtad y esperas irracionales.

«Ningún hombre triunfa en todo lo que emprende. En este sentido somos todos unos fracasados. Lo importante es no desfallecer en el intento de organizar y mantener el esfuerzo de nuestra vida. Y en esto, lo que nos empuja adelante es la vanidad. Nos precipita a situaciones en las cuales resultamos perjudicados, y sólo el orgullo es nuestra salvaguardia, tanto por la reserva que impone sobre la elección de nuestra conducta, como por la virtud de su poder de resistencia.»
















21 November 2016

JOHN BARLEYCORN - Jack London


Jack London was born on 12th January, 1876 in San Francisco. He did not have a usual childhood but he dealt with it and overcame his grief. He could not continue higher studies because of financial problems but this did not restrain him from becoming a writer. He had a vivid way of expression and was efficient in putting this in writing. London realized his flair for writing and decided to take it as a profession and began to write regularly. This novelist was adventurous and his voyages and journeys provided him the material of his stories. During his short life he has penned several stories,about 40 novels, poetry, journalistic reports and even autobiographical literary pieces. Jack London breathed his last on 22nd November 1916, in his ranch in California. There are many speculations about his death but the cause of his death is still not determined.



John Barleycorn is an autobiographical novel dealing with his enjoyment of drinking and struggles with alcoholism. It was published for the first time in 1913. In this memoir, London discusses various life experiences he has had with alcohol, and at widely different stages in his life. Key stages are his late teen years when he earned money as a sailor and later in life when he was a wealthy, successful writer. The name “John Barleycorn” is taken from a British folksong, about the Spirit of Alcohol.



«And so I draw the indictment home to John Barleycorn. It is just those, the good fellows, the worth while, the fellows with the weakness of too much strength, too much spirit, too much fire and flame of fine devilishness, that he solicits and ruins. Of course, he ruins weaklings; but with them, the worst we breed, I am not here concerned. My concern is that it is so much of the best we breed whom John Barleycorn destroys.(…)Immediately, with greeting and salutation, I am taken into the fellowship. The alcohol, shrewdly blended with water, is handed to me, and soon I am caught up in the revelry, with maggots crawling in my brain and John Barleycorn whispering to me that life is big, and that we are all brave and fine -free spirits sprawling like careless gods upon the turf and telling the two-by-four, cut-and-dried, conventional world to go hang.»








14 November 2016

MEMORIAS DE UN LOCO - Gustave Flaubert


Memorias de un loco se presenta como un Journal intime, un diario sentimental, donde el joven Flaubert nos conduce, con ardor y emotividad, a los años del internado, de las dificultades de sentirse diferente a los demás, de los primeros intentos con las chicas, hasta la aparición del primer amor, apasionado y abrumador. La felicidad del deseo que impacta contra el desencanto de un sentimiento no correspondido, provocan y inspiran las inquietudes del escritor en esta novela epistolar.

"¡Amar, sentirse joven y lleno de amor, sentir la naturaleza y sus armonías palpitando en uno mismo, tener necesidad de esta fantasía, de esta acción del corazón y sentirse dichoso de ello! ¡Ah!, ¡los primeros latidos del corazón del hombre, sus primeras palpitaciones de amor!, ¡qué dulces y extrañas son! Y más tarde, ¡cuan necias y tontamente ridículas parecen! ¡Asombroso! En este insomnio, la pena y la alegría son inseparables."



Gustave Flaubert nació el 12 de diciembre de 1821 en Rouen, Normandía (Francia). Empezó estudiando Derecho, carrera que abandonó en el año 1844 debido a desequilibrios nerviosos y a la epilepsia. Esta inestabilidad psicológica, que le llevaba a ser tan tímido como neurótico, ocasionó que la mayor parte de su existencia se redujese a la permanencia en reposo en el hogar familiar, sito en la localidad de Croisset, en el campo, y en donde Gustave escribió sus obras más conocidas. A pesar de esta vida hogareña obligada, Flaubert viajó por varios países entre los años 1849 y 1851, entre ellos Egipto, Siria, Turquía o Italia y cultivó múltiples amistades literarias, manteniendo relaciones con George Sand, Emile Zola y Alphonse Daudet.Falleció a causa de una hemorragia cerebral el 8 de mayo de 1880.