15 December 2016

IL GATTO - Giovanni Rajberti, illustrato da Natalia Verginella


EDIZIONE ILLUSTRATA DA NATALIA VERGINELLA


Narrano le cronache che Il gatto fu un vero best-seller dell’epoca, tanto che finì anche tra le mani di Baudelaire che lo trovò divertentissimo. In questo pamphlet emerge la visione misantropa e individualista del Rajberti, che facendo l’elogio del gatto, lo paragona con la miseria della natura umana. Con leggerezza e umorismo attraversa temi universali come la filosofia di vita dei gatti, libera e saggia, e quella degli uomini evidenziando a quanti inutili compromessi sociali questi ultimi si sottopongano quotidianamente, al pari delle altre bestie. Per 150 anni la critica si è divisa e ha provato ad etichettare Rajberti a volte come liberista, altre volte come libertario, ma noi abbiamo deciso di riproporre Il gatto a testimonianza del suo pensiero: libero!



Giovanni Rajberti nacque a Milano il 18 aprile 1805. Dai suoi contemporanei fu conosciuto come il medico poeta. Figlio di un medico di campagna ricevette un’educazione incentrata sullo studio delle materie umanistiche e classiche, tanto che per proseguire gli studi, il piccolo Rajberti entrò in seminario come novizio, ma abbandonò presto l’abito ecclesiale per iniziare gli studi di medicina all’ Università di Pavia. Si hanno testimonianze del Rajberti come medico in esercizio presso l’Ospedale Generale di Milano, fino al 1842, anno in cui a causa di alcune satire anti- austriache fu trasferito a Monza. Proprio a Monza, lontano dai fervori unitari della Milano, nei cui salotti, tra gli altri, conobbe il suo caro amico Mantegazza, ma anche Manzoni e Verdi, Rajberti visse gran parte della sua vita e scrisse la maggior parte delle sue opere. La metà della sua produzione letteraria fu composta in dialetto milanese, di notevole importanza editoriale fu la traduzione al milanese dell’ Ars Poetica di Orazio. In Italiano invece, le sue opere di maggior successo furono L’Arte di convitare, un manuale semi-serio in cui l’autore si prende burla dei convenevoli e dei luoghi comuni che si ripetono nelle cene della nuova borghesia del XIX secolo e Il viaggio di un ignorante a Parigi, una via di mezzo tra una guida e un romanzo picaresco, nel quale il Rajberti gioca fino all’eccesso con le riflessioni naif e innocenti di un pover’uomo, privo di cultura di fronte alla città che in quel momento rappresentava il centro culturale e artistico più importante ed effervescente d’Europa. Nel 1859 Rajberti venne colpito da una paralisi cerebrale che lo lasciò in stato vegetativo fino al 11 dicembre 1861, data della sua morte. I maligni videro questa malattia come una punizione divina per l’abuso che aveva fatto della parola, finché l’aveva avuta in dote; gli amici invece ebbero il rimpianto che Rajberti non avesse mai visto realizzato uno dei suoi grandi sogni: l’Unità d’Italia.


«Il gatto è cosmopolita, la sua patria è da per tutto; e fino in ciò rassomiglia agli uomini veramente sommi e affatto eccezionali, che sono reclamati dall’umanità intera, e dei quali enfaticamente si dice che hanno per patria il mondo.» Giovanni Rajberti 

«Nella prossima vita voglio essere un gatto. Dormire venti ore al giorno e aspettare che ti diano da mangiare. Starsene seduti a leccarsi il culo.» Charles Bukowski






14 December 2016

BENITO CERENO - Herman Melville

"Benito Cereno" is a novel by Herman Melville, a fictionalized account about the revolt on a Spanish slavery ship captained by Don Benito Cereno, first published in 1855. Off the coast of Chile, captain Amasa Delano of the American merchant ship Bachelor's Delight visits the San Dominick, a Spanish slave ship apparently in distress. After learning from its captain Benito Cereno that a storm has taken many crewmembers and provisions, Delano offers to help out. He notices that Cereno acts awkwardly passive for a captain and the slaves display remarkably inappropriate behavior, and though this piques his suspicion he ultimately decides he is being paranoid. Employing a third-person narrator who reports Delano's point of view without any correction, the story has become a famous example of unreliable narration.


Herman Melville (1819-1891) was born in New York. Family hardships forced him to leave school for various occupations, including shipping as a cabin boy to Liverpool in 1839, a voyage that sparked his love for the sea. A shrewd social critic and philosopher in his fiction, he is considered an outstanding writer of the sea and a great stylist who mastered both realistic narrative and a rich, rhythmical prose.

«Such were the American’s thoughts. They were tranquillizing. There was a difference between the idea of Don Benito’s darkly preordaining Captain Delano’s fate, and Captain Delano’s lightly arranging Don Benito’s. Nevertheless, it was not without something of relief that the good seaman presently perceived his whale-boat in the distance. Its absence had been prolonged by unexpected detention at the sealer’s side, as well as its returning trip lengthened by the continual recession of the goal».






01 December 2016

EL DUELO - Joseph Conrad

Joseph Conrad nació el 3 de diciembre de 1857 en Berdichev, Polonia (hoy Ucrania), hijo de un noble, patriota polaco que traducía obras de Shakespeare y Hugo y fue exiliado por los rusos por motivos políticos. El joven Conrad con 16 años, se marchó de Polonia y se instaló en Marsella. Durante cuatro años navegó en barcos mercantes franceses, luchó en España durante las guerras carlistas entre las tropas de don Carlos y estuvo al borde del suicidio por una historia de amor. Obtuvo la nacionalidad británica en 1886 y cambió su nombre. En 1902 se embarcó hacia el Estado Libre del Congo y lo que vio, vivió y sintió ahí, quedó plasmado para la posteridad en El corazón de las tinieblas con toda probabilidad la más famosa, y enigmática de todas sus novelas. Creó una escritura en una lengua que no era la suya y con estilo poderosamente identificable denso, lírico y perturbador universo de palabras, aventuras externas e internas con halo mágico, sentimientos y sensaciones de vértigo, personajes legendarios. Autor de 13 novelas, dos libros de memorias y 28 relatos cortos, Joseph Conrad falleció el 3 de agosto de 1924 en Canterbury, Kent, Inglaterra, por un ataque de corazón. 



Enmarcada en las tensiones de la era napoleónica, esta novela narra un vehemente conflicto entre dos tenientes de un regimiento de húsares. “La historia de un duelo, que ad­quirió caracteres legendarios en el ejército, corre a través de la epopeya de las guerras imperiales.” Los oficiales Feraud y D'Hubert muestran perfiles muy distintos: el primero es un gascón apasionado e impetuoso; el segundo, nórdico, más prudente y mesurado. Pronto se verán envueltos en una contienda interminable, producto de una situación sin importancia: Feraud se había batido en duelo con un miembro de una familia influyente, motivo por el cual se ordena su arresto. D’Hubert fue el encargado de transmitirle este mensaje, consiguiendo únicamente dar vida a un duelo. La disputa irá evolucionando y fluctuando paralelamente a las campaña napoleónicas, a través de los años y de los varios intentos de poner fin al asunto por medio de un nuevo duelo, propiciado siempre por el incansable y obstinado Feraud. Conrad construye la historia de dos hombres que se odian y se persiguen a través de Europa, cargando esta relación de rencores, envidia, miedos, pero al mismo tiempo de honor, lealtad y esperas irracionales.

«Ningún hombre triunfa en todo lo que emprende. En este sentido somos todos unos fracasados. Lo importante es no desfallecer en el intento de organizar y mantener el esfuerzo de nuestra vida. Y en esto, lo que nos empuja adelante es la vanidad. Nos precipita a situaciones en las cuales resultamos perjudicados, y sólo el orgullo es nuestra salvaguardia, tanto por la reserva que impone sobre la elección de nuestra conducta, como por la virtud de su poder de resistencia.»