27 April 2022

RACCONTI DI SOLITUDINE di Jack London su EUDEMOLIBRIA - di Silvia Pantò (Instagram)


Buongiorno cari Demoners, nuovo giorno nuovo genere: il racconto. 
Sembra sempre di tornare bambini attraverso lo stile di questo genere letterario e, nonostante il carattere più feroce di questa piccola serie di racconti di Jack London, vi posso assicurare che il risultato sarà il medesimo. 

Racconti di solitudine di Jack London (edito da El Doctor Sax) racchiude una sorta di magia, quella dell’individuo che fa i conti con la sua natura e con la Natura stessa. 
Attraverso descrizioni pregne di umanità, London traccia le righe della chiara fragilità dell’uomo, illustrando le varie forme di reagire alle proprie debolezze. Evidenzia allo stesso tempo la capacità umana di aggrapparsi alla vita, dichiarando in ultima istanza l’uguaglianza dell’individuo con l’animale.

Protagonista di questi racconti è inoltre la solitudine, così come anticipa il titolo. 
London nei tre racconti che compongono questa mini raccolta, ci parla della solitudine presentandola sotto vari aspetti: 
la solitudine di chi non riceverà mai amore, di chi non possiede le giuste parole per dire quel che sente e quella di chi viene abbandonato al suo destino. 
Il bello di questo libro? 
È che Racconti di solitudine non si limita solo a raccontare delle storie ma rende viva ogni emozione, trasferendo ognuna di esse dalla pagina direttamente al cuore del lettore.

El Doctor Sax ha inoltre pensato anche agli amanti della lettura in lingua straniera, pubblicando il suddetto volume anche in lingua spagnola (Relatos de soledad). 
Quest'ultimo contiene un bonus, un quarto racconto, da non perdere.

Silvia Pantò

21 April 2022

EFFETTO STOPPA - Aldo Taranto

 

Secondo Jacques Derrida l’etimologia di archivio risiede nella parola greca ἀρχή (arché), la forza primigenia che domina il mondo: l’origine e il dominio, spiazzante polarità tra il “cominciamento” e il “comando”. Da questa riflessione parte l’esperimento letterario di Aldo Taranto, che non è né un memoir né una biografia sebbene assomigli all’uno e all’altra per il dialogo interiore della voce narrante che, attraverso una prosa semplice e poetica, si intrattiene con i suoi tanti io del passato, evocando episodi dell’infanzia, le prime ribellioni giovanili e altre esperienze di vita più o meno dure. Immergendosi in questo disordinato archivio il lettore vedrà apparire le diverse vicende del passato del soggetto narrante avvertendone la tensione e le contraddizioni, chi ha conosciuto e amato, nella Torino di fine anni Settanta tra operai, artisti, emigrati, trans, militanti, in un dialogo ad un tempo con se stesso e con la storia e la letteratura. Infatti, in parallelo alle storie ricordate, inserisce degli elenchi di libri che accompagnano la sua formazione, o che, dopo la loro pubblicazione, cambiano lo scenario culturale del tempo. Ma in realtà lo sviluppo temporale della narrazione è limitato ad alcuni attimi di presente: un uomo nella sua stanza di fronte a se stesso ha sparso sul tavolo le sue carte e le sue foto per ridare ordine ad un suo immaginario archivio. Dal passare da tale iniziale proposito al costruirsi un io mitico il passo sarà breve.

Aldo Taranto da Siracusa, sua città natale, si sposta nel 1978 a Torino. Studia per alcuni anni danza contemporanea e danza primitiva e contemporaneamente è assistente di un noto artista appartenente al gruppo dell’Arte Povera. Dopo Serata Immateriale, performance avvenuta nel 1986, della durata di un sol giorno, ideata e realizzata insieme ad altri artisti e ad architetti ed attori, ispirati al pensiero di Lyotard, parteciperà a diverse altre mostre. Ha scritto contributi critici per gli artisti: Filippo di Sambuy, Corrado Agricola, Sebastiano Mortellaro. Con El Doctor Sax ha pubblicato Pro Cedere - Dura Arte (2019).