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23 June 2023

UNA SVASTICA SUL VISO di Luca Buoncristiano su ELEONORASIRA - di Eleonora Siracusa (Instagram)

 



Credo sia stato Umberto Eco a dire che, mentre le verità scientifiche possono sempre essere messe in dubbio, e devono essere continuamente verificate, le verità romanzesche offrono un modello di verità incontrovertibile; ci penso sempre a quest’idea, mi piace molto, e ci ho pensato vieppiù leggendo Una svastica sul viso: perché qui @lucabuoncristiano “ruba” Charles Manson al mondo per consegnarlo alla verità della sua finzione letteraria.
E nella verità del mondo di sotto - di quella romanzesca - non conta nell’anima di chi scavi, conta solo che tu sappia farlo.
Ho ucciso qualcuno?

(La mia precedente recensione su un libro dello stesso autore la trovate indietro nel mio profilo e voi direte: “‘sti cazzi!”, ma io ve la segnalo lo stesso perché dovete comprare i libri di @eldoctorsax, i quali hanno anche ottime copertine soft touch che piacciono ai gatti)


20 July 2021

UNA SVASTICA SUL VISO di Luca Buoncristiano su BENGALA - di Ray Banhoff



Scrittori buoni ce ne sono pochi e libri buoni ancora meno, per questo quando ne trovi uno è giusto condividerlo.
Joe Rotto è uno di questi.
Questo breve libro che ha scritto su Manson è illuminante, perché lo ha recitato dall'interno. Tutto il flusso di coscienza e la capillare ricostruzione storica della vicenda di Manson avevano bisogno di goccio di umanità per essere comprese.
Anche quando compie il male l'uomo è in mezzo agli uomini e di solito quel male nasce da ferite più antiche e profonde che poi sono anche l'unica spiegazione per capire l'inspiegabile.
Joe Rotto non assolve Manson ma condanna anche l'America.


Ti sei messo nei panni del mostro scrivendo il suo dolore in prima persona. Il finale del libro ribalta quasi la visuale, portando alla luce le “colpe” dell’America a cui ha attentato Manson. «Ti aspetti di spezzarmi? Impossibile! Mi hai rotto anni fa! Mi hai ucciso anni fa». 
Dentro di te però: Manson è colpevole?
Una svastica sul viso nasce dal suo dolore. Quando mi sono messo a leggere o guardare le sue interviste deliranti mi sono reso conto che dietro gli sproloqui, le boccacce, le minacce, c'era un piccolo uomo pieno di dolore e in questo dolore mi ci sono messo dentro. La scelta di utilizzare le sue dichiarazioni, rimaneggiarle, inserire delle cose mie, ha significato non annullare il mostro ma assumere la responsabilità di essere mostro. Manson è colpevole di essere Manson. Come tutti noi lo siamo. Colpevoli di essere. Il finale è un j'accuse alla società americana, ma anche semplicemente alla società e a stringere alla famiglia che della società porta ipocritamente avanti i valori.
Non lo giudico, non posso e non mi interessa. Sicuramente non è un assassino. Ciò che mi interessa è la narrazione di questa non vita che è una vita interiore. Manson non agisce, né quando è rinchiuso, né fuori, però parla, parla molto, ha molto da dire.

Cito un tuo passaggio: «Avete trovato me. Avete trovato il mostro.Questa strage vi serviva proprio. Tutto è diventato accettabile. Perché non si possono uccidere le star, perché non si può uccidere Hollywood… i vostri sogni preconfezionati per i videoregistratori dei vostri cervelli».Se la Family non avesse fatto fuori la Tate, Manson sarebbe diventato l’icona del male che è?
Assolutamente no. Il peccato più grande, lo scandalo di questa storia atroce sta proprio nell'aver ucciso un star hollywoodiana. Nell'aver violato un mondo fino allora inviolabile. E' qui che abbiamo una sostituzione, anzi una sovrapposizione. Nella sua tragica scomparsa, Sharon Tate diventa ancora più brillante, si ingigantisce e Charles Manson diviene anch'esso una star, un mito, un'icona. Due mondi apparentemente inconciliabili, quello delle star e quello dei delinquenti si sovrappongono, si uniscono e finiscono in un'unica narrazione.

Parlami del tuo rapporto con CM. Cosa ti ha spinto a scrivere di lui in prima persona, da dentro. E come è stato?
Fin da ragazzo mi ha sempre attirato. Mi faceva terrore e questo a me è sempre piaciuto. C'è qualcosa di assolutamente magnetico nella paura e gli occhi di Manson erano veramente magnetici e poi c'era la storia che è comunque una storia hollywoodiana.
Solo che a me non bastava, volevo vedere dietro la maschera cosa ci fosse e così ho guardato e mi sono messo anche io questa maschera e ho capito quanto sia difficile togliersela quando questa diviene la tua salvezza. Charles Manson è un uomo che pur di esistere decide di assumersi l'esistenza che gli viene attribuita: quella del mostro. Egli indossa quella maschera perché può parlare solo attraverso di essa. Senza è muto col suo dolore e il suo isolamento.

Non ti fa sorridere il fatto che di cognome fai "Buoncristiano" e che ti occupi del Diavolo moderno? Era il tuo karma forse?
Mi sono occupato molto anche di Carmelo Bene, di cui ho curato un volume edito da Bompiani (PANTA CARMELO BENE) frutto del lavoro di archivio che ho fatto sul suo lascito artistico. Forse lì la vicinanza dei due cognomi era più conciliante. Credendo che il destino sia nel cognome probabilmente ho qualcosa da espiare.


Sono molto affascinato dalla cultura americana e dalla nera ma ti chiedo una cosa da scrittore. Manson è il simbolo del male americano. Chi è il suo analogo in Italia?
Non c'è, non con quelle caratteristiche. Manson è frutto di quella cultura lì, di quella società lì, feroce e spersonalizzante. Non a caso è raro che ci siano serial killer da noi. Non siamo figli di Guerre Stellari o McDonald's. Nondimeno ci sono straordinari casi di cronaca nera, basti pensare al Delitto del Circeo, al Mostro di Firenze, la strage di Erba, Avetrana e così via. La mostruosità americana è più individuale, la nostra forse più condominiale.

Who is Joe Rotto? Che fai nella vita?
Joe Rotto, accompagnato dal suo fedele microcane Sid, è la mia creatura che mi porto dietro ormai da parecchi anni. Potrei definirlo, il mio amico immaginario cui ho dato volto e voce nei miei lavori precedenti (Libro Rotto e Album Rotto).
Joe è lo spacciatore per antonomasia, è colui che soddisfa qualsiasi vizio, che tu sia Michael Jackson, Axl Rose o un comune mortale. "Il mondo è fatto di dipendenze e io sono qui per questo" è il suo adagio.
Lui più che un mostro è un connettore di mostruosità.
Essendo un successo underground ormai mi si identifica con lui e quindi il creatore ha finito col prendere l'identità della sua creatura.
Oltre a scrivere, sono impiegato in un'azienda di armamenti.

La Nera, i delitti, la curiosità delle persone per questi brutti fatti. Che cosa rappresentano?
L'uomo tende al male, c'è poco da fare. Quando ci mettiamo al volante, tutti i santi giorni, auguriamo la morte almeno a una decina di persone e questo nel migliore dei casi. C'è una spinta al male che la maggior parte di noi domina ma nessuno può cancellare. Guardare l'orrore può allora essere catartico o più banalmente piacevole.
Quando si fa del male si pensa sempre di essere nel giusto. E' l'unica scelta possibile in quel momento. Dopo interverrà la legge o la religione o la coscienza a farci capire che forse, forse, abbiamo sbagliato, e non sempre.

Stando anche alle ultime dicerie, forse è Maryln Manson il suo unico vero erede nell’inconscio collettivo?
Marilyn Manson mi sembra solo l'ennesima vittima di questa isteria collettiva chiamata nuovo femminismo, contenuta a suo a volta in questa cazzata del politically correct, che ha come unica espressione la pubblica gogna e che sta rendendo questo mondo ancora più invivibile di quello che è. Non si possono distruggere le persone sui social, innocenti o colpevoli non mi interessa. Esiste la legge, esiste il commissariato, esistono i tribunali, si deve andare lì, no su instagram. I processi non si fanno con gli hashtag né tantomeno le battaglie per i diritti civili.




08 May 2021

UNA ESVÁSTICA EN LA CARA de Luca Buoncristiano en NO TE LIBRAS DE MIS LIBROS (Instagram)





De Manson se han escrito muchos libros, el más famoso es el caso judicial que se narra en Helter Skelter, pero tenemos de todo: sus confesiones desde la cárcel o las versiones de los integrantes de la Familia.

Este es distinto a ellos. Se trata de la versión de Charles Manson en forma de monólogo, es su voz la que habla aunque sea otro quien la escriba para darle el ritmo que necesita el libro. Son sus confesiones y sus paranoias. Y tiene frases muy buenas, que ya no sé si son del criminal más famoso y adorado de las cárceles o del propio autor.

Es una edición muy cómoda y rápida de leer, que merece la pena si quieres adentrarte en su mundo mental y en los detalles de los crímenes más famosos donde ni siquiera él estuvo delante.

“¿He matado a alguien?”


10 April 2021

Una esvástica en la cara de Luca Buoncristiano - por Rafael Becerra (Español)



¿Dónde está mi padre? ¿dónde está mi madre? La que dicen y redicen que me cambió por unas cervezas ¿Porqué este ansía de las instituciones por controlar mi educación? ¿Porqué tantas leyes como cadenas?  Comienza el viaje a la mente del asesino ¿Pero?¿qué asesino? Manson no mató a nadie, lo convirtieron en el chivo expiatoria de un sistema represor contra todo un movimiento cultural a finales de los sesenta. El tipo desde luego no era un santo, como tantos otros, un marginal desubicado, un delincuente juvenil oportunista en busca de un destino que le fuese favorable. En su persona se condensa la desorientación de una generación en busca de si misma, enfrentada a un gigante sin piedad a la hora de aplastar cualquier crítica o intento de cambiar las cosas.

Luca Buoncristiano nos introduce en la mente del más infame asesino de masas de todos los tiempos según los titulares de los diarios sensacionalistas americanos durante décadas. A través de las entrevistas que concedió, el autor nos invita a un viaje alucinado de un actor secundario dentro de su propia vida, donde el personaje fagocita a la persona. La irremediable víctima de un sistema que no estaba dispuesto a dejar que nadie, y menos un hippie, (cosa que Manson no era) hiciera temblar los cimientos de la democracia (siempre tan demócrata) americana.


Músico, ladrón, ideólogo, inadaptado, poeta, beatnik. Heterodoxo exponente de una época controvertida y cambiante cuyas heridas todavía duelen y cuyas brasas aún resplandecen.

Un paso más para entender las claves de un gigante implacable cuyo mayor enemigo fueron siempre los díscolos hijos que crecieron en su seno. La guerra más grande llevada a cabo por los EEUU fue siempre contra su propia estirpe. Un dato del que han tomado buena nota todos los países cercanos a su órbita.

Condenado por conspirar para cometer los asesinatos Helker Skelter de Sharon Tate y sus amigos el 8 de agosto de 1969 y los de Leno y Rosemary La Bianca a la siguiente noche. Un juicio y una acusación que hacían aguas por todas partes. Una historia que ha hecho millonarios a los ideólogos de películas, especiales de televisión, camisetas, libros.

Un relato que aporta su granito de arena para entender la contra-cultura americana en uno de sus grandes protagonistas. Totalmente recomendable, para comprender los mecanismos del poder político, que no tiene reparo en devorar sus propios principios.

Rafael Becerra

10 February 2021

UNA ESVÁSTICA EN LA CARA - Luca Buoncristiano

«La vida es como un crimen, 
necesita una narración».

Charles Manson fue el criminal estadounidense más famoso del mundo, conocido por ser el instigador de las masacres de Tate-LaBianca donde murieron siete personas, incluida Sharon Tate, la esposa del director Roman Polanski, embarazada de ocho meses. Charles Manson representa el fin del movimiento hippie y de la cultura del amor libre, considerada por los medios de comunicación de todo el mundo como la encarnación del mal, su figura sigue ejerciendo una fuerte atracción también en el mundo del espectáculo, desde los Guns'n'Roses y Marilyn Manson, hasta la última película de Tarantino Érase una vez en Hollywood.

Con una operación de docuficción literaria, resultado de un juego entre ficción y realidad que utiliza las declaraciones del propio Manson, Luca Buoncristiano construye un monólogo, un íntimo flujo de conciencia, del mismo Manson. El resultado es un autorretrato surrealista y lisérgico, la confesión desesperada de uno de los iconos más famosos del mal, malgré lui.

«El libro de Buoncristiano representa un intento de traslapo, declinado a través de la creación de un formidable flujo de conciencia atribuida al mismo Manson, que se convierte en una "confesión imposible", una reescritura del personaje desde dentro».
(Paolo Melissi – Satisfiction.eu)

Luca Buoncristiano (Roma 1976) autor e ilustrador, ha trabajado para radio y televisión. Colaboró ​​con los escritores Sandro Veronesi y Edoardo Albinati y fue curador del legado artístico de Carmelo Bene. Autor de Joe Rotto, que apareció hace más de diez años en el primer blog italiano dedicado exclusivamente a las ilustraciones, publicó Mary & Joe, Fazi Editore 2007; Panta Carmelo Bene, Bompiani 2012; Libro Rotto, El Doctor Sax 2017; Album Rotto, El Doctor Sax 2018.Una esvástica en la cara es su primer libro publicado en español, fue traducido por Juanjo Monsell.



13 December 2020

LIBRO ROTTO di Luca Buoncristiano su ELEONORASIRA - di Eleonora Siracusa (Instagram)


Libro rotto di Luca Buoncristiano è un delirio lucido, un poema contemporaneo scritto in una neolingua: “tra sacro e ibuprofene”, “tutto immondo è paese”, “ogni perversione è una conversione”, “in assenza di idee tutti hanno un’opinione”.

L’autore non stringe col lettore un semplice patto di sospensione d’incredulità, ne fa il campo stesso della battaglia; se si accettano le regole del gioco, si potrà essere introdotti in universo parallelo: scarpe donate da Dalì, la rockstar satanista con un occhio suo e uno di husky, la vera storia dell’invenzione di Hello Kitty, il quadro-vagina che il soldato dell’Armata Rossa rubò al gerarca nazista che a sua volta l’aveva sottratto al barone ebreo ungherese, l’unità del KGB degli zombie militari addestrati in funzione antioccidentale, il pignoramento del luna park a Michael Jackson.

“Gli ultimi saranno sempre gli ultimi. L’importante non è giocare, ma non giocare affatto”.
Ma ormai è tardi, la partita si è svolta, il viaggio è finito.

Eleonora Siracusa


30 June 2020

Una svastica sul viso di Luca Buoncristiano - Recensioni dei lettori su Amazon


DA LEGGERE!!
Luca Buoncristiano ha uno stile che ipnotizza. È difficile, se non impossibile, trovare un autore che distorce la verità visibile agli occhi di tutti, per mostrarcene un’altra, forse più logica della prima. Con una serie di aforismi già noti, e molte citazioni dello stesso Manson in varie interviste, Luca Buoncristiano riordina le carte in tavola per mostrarci qualcosa che ci era sfuggito. Un lungo monologo tra Charlie e Charlie, tra il mostro e l’uomo. Perché sì, era un mostro, ma era anche un uomo. Un bambino con un’infanzia difficile e senza amore. Consigliatissimo!!!

Jessica

CONSIGLIATISSIMO
Non si può non leggere tutto d'un fiato! Surreale e grottesco. Charlie esprime a mio parere un accusa alla società contemporanea dove un uomo può scivolare nei recessi più oscuri del delirio psicopatico. Una tragedia contemporanea proprio in virtù del sua straordinaria sensibilità umana.
Ha vissuto gran parte della sua vita in una scatola, come dice lui, che sa riempirsi delle diverse sfumature di luce e che può accendersi col buio della disperazione più nera. Geniale e consigliatissimo!!

Giovanni


MASON L'INFLUENCER
Bellissimo docu-fiction-libro che ci porta nella testa e cuore di Manson.
"Dopotutto, ho vissuto malgrado tutto affinchè la mia esistenza fosse un disturbo."
Dido Fontana


DA LEGGERE
Letto in un giorno. La scrittura è fluida, 
incuriosisce il lettore e aiuta a capire che spesso siamo quello che viviamo.
Lidia de Padua