Alessandro Angeli si cala nei panni di William Burroughs, l'artista controverso e anticonformista (ammirato da autori come Jack Kerouac), che racconta la sua storia in prima persona. La storia di un uomo e di uno scrittore tormentato dallo spirito del male e dal "bisogno costante di fuggire dal Controllo".
Omosessuale, tossicomane, spacciatore, perennemente disoccupato, addirittura omicida, William Burroughs sparò scioccamente alla moglie (aveva sposato l'amica Joan Vollmer) in circostanze poco chiare. Episodio che lo segnò per sempre e che lo spinse irrimediabilmente verso la scrittura.
Ne "Lo spirito del male", il narratore descrive le origini della Beat Generation, soffermandosi sull'incertezza interiore che era riflesso di quella sociale. Il romanzo ci permette di conoscere da vicino un autore complesso come lui, considerato da molti un folle genio.
Alessandro Angeli, come aveva già sperimentato in "Transmission", portandoci nella vita del frontman dei Joy Division, conferma il suo interesse per gli artisti "fuori controllo". D'altronde, per essere tale, non è inevitabile uscire dagli schemi?
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