LEGGERE DOVE NON SI LEGGE: In viaggio con Sangue e Latte - di Gaia Russo Frattasi e Eugenio Di Donato. un racconto tra Abruzzo, Lazio e Marche in 12 tappe.
TERZA TAPPA: CAMPO IMPERATORE
TERZA TAPPA: CAMPO IMPERATORE
Si sale di nuovo da Castelli, questa volta i chilometri di tornanti sono una ventina. Superiamo Rigopiano, qualche curva in provincia di Pescara e si entra nel territorio Aquilano. Ci siamo quasi, un chilometro scarso e raggiungeremo Vado di Sole. Dopo il passo, poco più in basso, si apre il mare brullo di Campo Imperatore. Gaia mi fa fermare, accelerare, tornare indietro. Avanzare di nuovo. Vuole riprendere i faggi, in prossimità del vado, prima di cedere il passo all’erba, si diradano e il sole filtra nel mezzo. È una bellissima giornata e il chiaro scuro ti scompiglia l’anima.
Gaia con in piedi sul sedile, la telecamera puntata come un cannone fuori dal finestrino fa ancora una paio di riprese. Si volta soddisfatta e si siede come una persona normale. È un chiaro segnale che posso procedere verso Campo Imperatore, l’altopiano che da un lato è stretto dalla possente catena del massiccio del Gran Sasso e dall’altro si increspa in onde di colli e scende morbido come una pennellata verso il comune di Santo Stefano di Sessanio.
Per chi non l’ha visto Campo Imperatore è difficile da immaginare, sembra di approdare sulla luna, non c’è niente o quasi. Erba e sassi, erba a perdita d’occhio, e qualche abete sparuto che strappato dal bosco, si ritrova lì, solo in mezzo al nulla, e miracolosamente sopravvive. Cresce nano però, senza la protezione dei suoi simili il sole rovente in estate e il vento e la neve d’inverno non gli lasciano tregua.
Ci risiamo, Gaia ha rimesso i piedi sul sedile, è seduta sul finestrino con il busto completamente fuori, all’aria, e entrambe le mani sulla telecamera. Con una mano tengo il volante e con l’altra una gamba. L’auto raglia come un somaro, procediamo a passo d’uomo.
Gaia con in piedi sul sedile, la telecamera puntata come un cannone fuori dal finestrino fa ancora una paio di riprese. Si volta soddisfatta e si siede come una persona normale. È un chiaro segnale che posso procedere verso Campo Imperatore, l’altopiano che da un lato è stretto dalla possente catena del massiccio del Gran Sasso e dall’altro si increspa in onde di colli e scende morbido come una pennellata verso il comune di Santo Stefano di Sessanio.
Per chi non l’ha visto Campo Imperatore è difficile da immaginare, sembra di approdare sulla luna, non c’è niente o quasi. Erba e sassi, erba a perdita d’occhio, e qualche abete sparuto che strappato dal bosco, si ritrova lì, solo in mezzo al nulla, e miracolosamente sopravvive. Cresce nano però, senza la protezione dei suoi simili il sole rovente in estate e il vento e la neve d’inverno non gli lasciano tregua.
Ci risiamo, Gaia ha rimesso i piedi sul sedile, è seduta sul finestrino con il busto completamente fuori, all’aria, e entrambe le mani sulla telecamera. Con una mano tengo il volante e con l’altra una gamba. L’auto raglia come un somaro, procediamo a passo d’uomo.
LEGGERE DOVE NON SI LEGGE from Gaia on Vimeo.