Sangue e Latte affronta il grande tema della mancanza di comunicazione non solo tra generazioni diverse ma anche fra i singoli individui, capovolgendo il ruolo tradizionale della famiglia nell’archetipo del luogo del disincontro.«Per ora scrivo, mi concentro sulle parole. Sul senso che svelano. Sul racconto di un padre, un contadino che dissoda la terra, figlio di padri che avevano dissodato la terra, che alza lo sguardo e vede nel figlio, troppo alto e con i piedi e le mani troppo grandi, un fisico non adatto al lavoro nei campi. E per la prima volta nella catena dei padri e dei figli rinuncia a tramandare se stesso e gli dona un’altra possibilità. Mia madre mi ha spinto fuori di casa, ha agito come quel padre, anzi ha fatto di più, ha usato la sua forza per non farmi rientrare. Ha rotto la tradizione».
Quello che vi propongo oggi è un romanzo breve, un romanzo che possiamo definire di formazione.
Ludovico ripercorre tutta la sua vita a ritroso, cercando di comprendere i proprio sbagli e i propri traumi.
Ludovico è un uomo che accetta di aver bisogno di aiuto, che cerca aiuto e lo trova dopo una lunga ricerca.
Ludovico è un uomo che cerca la pace che gli è stata negata durante tutta la sua vita.
Ludovico ci aiuta a comprendere che cercare aiuto non è sbagliato e che dal passato si può imparare e cambiare.
Il libro si legge velocemente, in qualche ora, talmente che cattura e porta a riflettere insieme al personaggio principale, ma anche perché sono appena un centinaio di pagine. Un libro breve ma intenso.