28 June 2021
24 June 2021
FARSI MALE CON LO YOGA . Recensione di YOGA di Emmanuel Carrère - Enrico Romanetto
22 June 2021
JOHN BARLEYCORN de Jack London - por Rafael Becerra
Una vez más el maestro Jack London escarba en sus recuerdos para ofrecernos otro libro autobiográfico lleno de aventuras de todo tipo. Pero esta vez lo hace narrando su relación intima con el alcohol, llamado John Barleycorn. Desenmascara a tan escurridizo personaje descubriendo todas sus tretas, todas las artimañas que utiliza para arrastrarte hasta el fondo del pozo y acabar contigo. Un demonio al que hay que conocer profundamente para poder sobrevivir a su abrazo y hacer que se doblegue si quieres que cabalgue contigo durante toda tu vida.
Desmadejando sus recuerdos, London nos habla de la temprana primera cerveza que lo llevó a su borrachera inaugural, y a partir de ahí, del profundo conocimiento que tuvo de tan nocivo camarada durante toda su vida. “John Barleycorn ha convertido en ruines a más hombres de los que ha llevado a la gloria” La narración que atrapa desde las primeras páginas se convierte en un catálogo del arte y la desgracia del bebedor, cuenta la ruina a la que te lleva la bebida sin control, pero también habla de la camaradería, de los momentos de euforia y los encuentros propiciados por ella, antes de caer atrapado en sus redes. Al mismo tiempo las vivencias de este gran aventurero nos desgrana una personalidad única siempre queriendo más, deseando empequeñecer el mundo ante sus ojos, esos ojos voraces, escrutadores, que almacenaban todo lo que veían para que los afortunados lectores soñáramos las aventuras de otro.
La vida alrededor de los muelles, embarcaderos, barcos de todos los calados, rutas comerciales, pirateo de ostras, tipos despreciables, y desgraciados de cualquier pelaje, pero sobre todo tabernas, saturadas de brebajes de todo tipo para demoler y doblegar mediante el embrutecimiento. “John Barleycorn destruye porque es accesible, está en cualquier calle, protegido por la ley, saludado por los policias, a quienes habla a quienes saluda y conduce a los lugares en donde sus devotos se encuentran sumidos en su ausencia”
El libro es de una honestidad aplastante, London no oculta nada, se desnuda en sus páginas para mostrar sus llagas de bebedor, los excesos de una vida en el filo de la navaja, que a la postre le pasaría factura. Una rama del árbol frondoso que fue ese gran aventurero, que exprimió su existencia para poder plasmarla en sus libros.
Las memorias alcohólicas es un relato de los que no se olvidan fácilmente, uno de esos volúmenes que se atesora con cariño y al que se promete una segunda lectura pasados unos años, justo quizás cuando nosotros mismos hallamos aprendido a ignorar o a dominar a ese espíritu burlón que nos ronda todos los días llamado John Barleycorn.
Rafael Becerra Bernal
19 June 2021
17 June 2021
15 June 2021
14 June 2021
13 June 2021
12 June 2021
#7 PRETA. LEGGERE DOVE NON SI LEGGE - di Gaia Russo Frattasi e Eugenio Di Donato
In viaggio con Sangue e Latte, di Gaia Russo Frattasi ed Eugenio Di Donato un racconto tra Abruzzo, Lazio e Marche in 12 tappe.
A Preta non c’ero mai stato. Ci arriviamo passando per Campotosto, un paese che non esiste più. Circumnavighiamo il lago omonimo e arriviamo a Mascione. Passiamo per Capitignano e Monte Reale che con il suo nome e l’immenso viale alberato evoca grandi città reali come Torino e Caserta.
È tardi, il sole è sceso da un pezzo e Montereale è quasi deserta. Lungo il viale è aperta una rosticceria. Beviamo una birra e sgranocchiamo delle crocchette di patate appena sfornate. Di fronte a noi tre signore chiacchierano nella frescura della sera. Rifocillati continuiamo il giro quando ci coglie intenso l’odore del pane. Esplode da dietro le mura di una grossa casa in pietra, si infila potente nelle narici, riempie l’aria e corre giù lungo la via.
È il forno del paese, il forno del territorio, da qui parte il pane per i comuni in basso lungo la vallata, per il centro commerciale. Perfino per L’Aquila.
Ha salvato diverse persone quella notte, il signore è un volontario della croce rossa. Hanno caricato sull’unica ambulanza tutte le persone che potevano. Quando hanno finito le garze hanno bendato i feriti con le magliette, sistemato i cadaveri come potevano uno accanto all’altro.
LEGGERE DOVE NON SI LEGGE from Gaia on Vimeo.
05 June 2021
#6 PRETARA CASTELLI. LEGGERE DOVE NON SI LEGGE - di Gaia Russo Frattasi e Eugenio Di Donato
A Pretara ci si andava da soli, a fare i traversi quando non si aveva una compagno con cui scalare. Ci si andava a provare la mitica Pino la Rana, un 6b ammanigliato sotto la pancia del Sasso.
Una via che a guardarla sembra impossibile da salire e che invece si riesce a scalare. Una via che oggi per la sua difficoltà fa ridere ma che nel ’95, in provincia di Teramo, non era affatto scontata. All’epoca non c’erano molte falesie chiodate nella provincia. E anche Pino la Rana oggi chiodata a fittoni resinati era protetta con un paio di cordini, due cavetti d’acciaio morsati intorno a una clessidra e un unico spit da 8 mm prima di arrivare in catena.
La prima volta che ho salito Pino La Rana è stata una grande, grandissima, soddisfazione. L’ho imparata guardando Gilberto. Eravamo in pochi a salirla nel ’95. Eravamo in pochi a scalare. All’epoca almeno a Teramo, ma credo in Abruzzo non esisteva ancora la resina.
Ci sono stato decine e decine di volte a Pretara, centinaia, senza esagerazione, davvero tante, ma non ero mai andato a vedere i lavatoi. Per noi arrampicatori Pretara era il Sasso. Il mondo cominciava e si esauriva intorno al Sasso. Un sasso che oggi non basta più, e che non bastava nemmeno allora, è, in effetti, una miniatura di falesia, ma resta bellissimo, piantato lì a un metro dal fiume, e con la sua via più difficile, La Sud del Camicia, un ostico 7a dà ancora del filo da torcere.
Su Castelli avrei molto da dire, è il luogo insieme a Milano dove ho trascorso più tempo, per ora mi taccio e lascio raccontare gli scorci del filmato.
LEGGERE DOVE NON SI LEGGE from Gaia on Vimeo.