01 April 2021

I DIARI DI ADAMO ED EVA di Mark Twain recensito da Rafael Becerra (Traduzione di Silvia Pantò)

La Genesi non ci racconta nulla di loro. Si concentra più che altro sul Creatore, questo dio maldestro e crudele con i suoi capricci, ai quali vengono sottoposte tutte le creature. Tra le più disgraziate, viste le aspettative che aveva riposto in loro, Adamo ed Eva.

Chi gli ha mai dato voce? Chi si è mai sforzato di capire la loro difficile situazione di giovani ignoranti e innocenti, due bambini dalla mente malleabile e ancora priva di valori, costretti a scoprire il mondo da soli.

È per questa ragione che Mark Twain ci offre un bellissimo libro nel quale Adamo ed Eva si raccontano attraverso i propri diari. Attraverso questi, Twain immagina il loro processo di apprendimento, il conoscersi l’un l’altro, indagando sullo scontro di personalità che li ha condotti alla comprensione reciproca, alla vicinanza, alla mutua ammirazione, all’amore. Sentimento inventato da queste due creature, che con questa innovazione sono riuscite a superare proprio il Creatore, che dimostrava invece di esserne carente. Si può dunque colpevolizzare in maniera così esagerata due bambini incoscienti delle proprie azioni? Solo un essere, o un ente pieno di risentimento può farlo, solo un represso, passivo-aggressivo agirebbe in tale maniera. Fu così che quelle creature mosse dalla curiosità, hanno reso la loro specie così grande, disobbedendo. Lo fanno con l’incoscienza, figlia della totale mancanza di malizia e di esperienza, il rifiuto dell’irrazionalità. Come avrebbero potuto scatenare l’ira di dio, se non infischiandosene degli effetti delle proprie azioni, in modo insolente e spavaldo?


La Genesi ci presenta due personaggi ignorati, ma la cui storia è nota a tutti, creati per giustificare gli schemi di una religione che fallisce di fronte ad un analista (Twain) mosso dall’amore e dalla compassione per le creature confuse. Ci mostra un punto di vista che nessuno ha mai considerato, al principio dei tempi. Una giustizia storica necessaria e poetica. Una freccia intelligente che abbatte la nostra erronea capacità di dare le cose per scontate e di crederle vere così per come ci sono state raccontate. La bellezza di questi diari ci riconcilia con l’innocenza, ci invita a guardare con occhi differenti la persona con la quale conviviamo. Ci immaginiamo disperati in questo paradiso di solitudine che trabocca di qualsivoglia benedizione tranne una: l’amore. Questo strano sentimento che caratterizza l’esistenza umana. Questo soffio di effimera felicità contro il quale lottano alcune religioni monoteiste che sminuiscono un sentimento che non possono comprendere, e men che meno accettare, senza ostacolarlo, consapevoli che potrebbe far crollare il loro potere.

Questo è un libro da riscoprire, da rileggere, un libro bellissimo che ci strappa un sorriso, perché rilegato con un filo sottile di ironia.

Mark Twain esplora le possibilità che offre il racconto biblico per immaginare le reazioni di due esseri condannati a capirsi; non lo presenta come un castigo, ma come un’opportunità per analizzare la necessità di una controparte, in un mondo vergine e solitario. Che ne sarebbe di tutta l’esperienza, di tutte le scoperte, di tutti i dubbi, se non avessimo qualcuno con cui condividerli? La grandezza della solitudine in un mondo selvaggio finirebbe per divorarci. Nel racconto non ci sono critiche, i due giovani sono costretti ad abbandonare il Paradiso e prendendo atto della nuova realtà, senza giudicare chi per primo li aveva giudicati, cacciandoli. Continueranno a coltivare la loro innocenza, scoprendo il mondo esterno e le sfaccettature delle loro personalità, accettando il loro destino, tanto da far pronunciare ad Adamo queste immortali parole: «Ovunque lei fosse, lì era il Paradiso».

Rafael Becerra


29 March 2021

Recensione di L'uomo Elefante e altri racconti - di Natalia Verginella (italiano)



Da bambina, nella biblioteca della nonna, amavo sfogliare un vecchio libro appartenuto al bisnonno con fotografie in bianco e nero di donne barbute, persone affette da nanismo, bimbi con piedi da elefante e altri “fenomeni da baraccone”. Li osservavo per ore nei dettagli cercando di capire cosa potessero provare in quelle pose bloccate tipiche delle fotografie dei primi Novecento.

Non so se è per questo ricordo dell'infanzia che nella mia libreria ci sono i dvd di Freaks, un film del 1932 diretto da Tod Browning, ambientato nel mondo del circo ed interpretato da veri e propri fenomeni da baraccone, e uno dei miei film preferiti, The Elephant Man di David Lynch. Proprio quest'ultimo è l'adattamento cinematografico del libro The Elephant Man and Other Reminiscences di sir Frederick Treves.

La casa editrice El Doctor Sax ne ha pubblicato la versione italiana L'uomo Elefante e altri racconti di Frederick Treves, tradotto abilmente da Armando Rotondi, e ovviamente da oggi è nella libreria di casa mia.

È un libro che si legge tutto d'un fiato. È piacevolmente semplice ma appassionante. I caratteri della copertina richiamano le locandine del circo dei primi del Novecento quando i fenomeni da baraccone erano una delle attrazioni, e l'immagine centrale creata da Marco De Luca richiama la figura dell'Uomo Elefante al centro di un mirino, al centro dello sguardo di tutti.

Frederick Treves è stato un grande chirurgo, un fine anatomista, e un abile scrittore. Racconta con attenzione per i dettagli, quasi come fosse un antropologo, il suo incontro e la sua amicizia con Joseph Merrick, il famoso Uomo Elefante, per tanto tempo esibito come fenomeno da baraccone nella Londra di fine Ottocento.

Treves non descrive di Merrick solo le deformità fisiche, ma delinea un ritratto intimo e personale con parole semplici, ma estremamente vivide che regalano al lettore dei preziosi quadri intimisti.

“Rinchiusa in un negozio vuoto e illuminato dalla debole luce blu del bruciatore a gas, questa figura ingobbita era l'incarnazione della solitudine...

Fuori splendeva il sole e si sentiva il via vai dei passanti, una melodia fischiettata da un ragazzo e il ronzio amichevole del traffico sulla strada.”


Grazie alla potenza di queste descrizioni, il lettore conosce non un fenomeno da baraccone, ma semplicemente un uomo, con le sue fragilità, i suoi sogni e le sue paure.

“Fu solo quando scoprii che Merrick era molto intelligente, che possedeva una sensibilità acuta e – ciò che è peggio – un'immaginazione romantica, che finalmente compresi la travolgente tragedia della sua vita.”

“Aveva una passione per la conversazione, ma per tutta la vita non aveva mai avuto nessuno con cui parlare.”

“Non aveva avuto un'infanzia. Non aveva avuto un'adolescenza. Non aveva mai provato piacere, Non sapeva nulla della gioia di vivere né del divertimento. La sua unica idea di felicità riguardava lo strisciare nell'oscurità per nascondersi.”

“ Era passato attraverso il fuoco e ne era uscito illeso. I suoi problemi lo avevano nobilitato.”

“Una cosa che mi aveva sempre colpito tristemente era il fatto che Merrick non potesse sorridere... Poteva piangere, ma non poteva sorridere.”

“Mi colpiva quando mi diceva che si era fatta strada nella sua mente l'idea, nell'ipotesi di vivere tra ciechi, di poter conquistare l'affetto di una donna, se solo fosse stata senza occhi per vedere.”


L'uomo Elefante e altri racconti di Frederick Treves è un piccolo capolavoro di verità, un'analisi estremamente attuale dell'uomo e della sua unicità.
Frederick Treves non descrive solo Joseph Merrick, l'uomo elefante, descrive me e forse tutti noi che ogni giorno lottiamo, nel centro del mirino, per farci accettare dagli altri semplicemente per quello che siamo.

 Natalia Verginella

25 March 2021

LAS MUCHAS MUERTES DE AMBROSE BIERCE por Rafael Becerra





Es habitual en la mayoría de los reseñadores y biógrafos de las obras de Ambrose Bierce verse arrastrado por los hechos misteriosos que rodearon su desaparición y su muerte. El asunto en sí, aviva la mente truculenta de los lectores y de los mismos editores que no paran de recordar una y otra vez el final del escritor. Final que ha alimentado la mente de unos cuantos que se inventaron rocambolescos colofones para poder sentar bajo una certeza y un epitafio uno de los grandes misterios de la literatura.

Aquí, por conocida que es la misteriosa desaparición, no hablaré de ella, pero sí, de las numerosas muertes que una persona puede sufrir en vida, esas que irán forjando tu carácter y que en aciagas circunstancias, puede condicionar toda tu vida. Ese fue el caso de Bierce, a quién los ingleses apodaron: Bitter Bierce. Debido a la amargura y la decepción que empapaban sus escritos. Basta echar un vistazo a su vida para tragar saliva con dificultad.

Su nacimiento como el benjamín de nueve hermanos en una familia humilde en un villorrio de Ohio en 1842 no puede definirse como afortunado, y recordarlo solo hacía manifestar en el autor un odio integral hacía su familia. Su hermano Albert es el único que escapa a la ira de su pluma, no se sabe porqué, pero no es difícil imaginar que sería quién no se dedicara a amargar la vida del pequeño de la familia. Por otra parte, su madre, verdadera cabecilla del núcleo familiar, calvinista y puritana, gobernaba con mano de hierro las vidas de sus cachorros y su indolente marido, el látigo en una mano y la biblia en la otra. En este ambiente represivo y lleno de prejuicios se crían los nueve pequeños, no es de extrañar que todos estuvieran deseando de salir de allí, uno de sus hermanos se fugó con una feria, y otra hermana, misionera en África, tuvo un dramático final relacionado con la dieta de algunos indígenas.

Con 17 años Bierce entra en la academia militar pero pronto estalla la guerra de Secesión arrastrando al joven a sus filas en 1861. La tragedia de la guerra con toda su crueldad y crudeza se manifiesta ante un muchacho que quedaría marcado de por vida ante experiencia tan amarga. Fue gravemente herido en combate. De esa guerra alimentaría parte de su obra, en Cuentos de civiles y soldados donde no
maquilla ninguna de las inmundicias experimentadas en la guerra, ya fueran morales o físicas. Unos cuentos plagados de seres arrastrados por un destino nada benévolos con ellos. Obra pacifista que muestra las sombras de un espectáculo bélico carente de grandeza. Muchos estudiosos proclaman sus cuentos de guerra como lo mejor de su producción.

Bierce se instala en San Francisco y comienza a escribir en diferentes periódicos, se interesa por la política local, pero nuevamente sufre un desengaño. Por aquella época conoce a Mark Twain con quién forja una sólida amistad. Más tarde se casaría y marcharía a vivir tres años a Londres, quizás la mejor época de su vida. Pero no vivió un matrimonio feliz, dos de sus hijos mueren de forma trágica, uno en una pelea, y el otro a causa del alcohol. En 1889 se separa después de 18 años de matrimonio. En 1876 una vez vuelto a San Francisco comienza de nuevo a escribir en periódicos donde alcanza un gran prestigio. Pero hastiado de su amargo presente se embarca en la última aventura. Realiza un recorrido por los campos de batalla donde antaño guerreó y en 1913 parte para la guerra civil de México, donde su rastro se pierde en aras de la especulación.


De Ambrose Bierce quedan sus obras, sus magníficos cuentos, sus historias fantásticas y su incatalogable e inimitable Diccionario del diablo una obra corrosiva plagada de humor negro donde ajusta las cuentas con una sociedad corrompida de forma magistral. Un libro de cabecera que hay que consultar de seguido, debido, a su siempre rabiosa actualidad.

Ha sido comparado con Nathaniel Hawthorne, Herman Melville, Edgar Allan Poe y Stephen Crane. Con semejante currículum merece la pena sumergirse en su obra, pronto te verás atrapado por su estilo ágil, que te arrastrara de lleno a cualquiera de sus cuentos, a los terroríficos, a los bélicos, o fantásticos con títulos tan sugerentes como El club de los parricidas.

Un autor que sigue despertando admiración y al que es necesario volver a menudo para recordar que ninguna vanidad ni ningún materialismo nos salva de la estupidez.

Rafael Becerra

19 March 2021

LOS DIARIOS DE ADÁN Y EVA de Mark Twain por Rafael Becerra

 


 



El Génesis no nos cuenta nada de ellos. Se centra en su creador, ese dios torpe y cruel a cuyo capricho quedaba toda criatura. Y las más desgraciadas, por lo que se esperaba de ellos: Adán y Eva.

¿Quién se ha planteado alguna vez darles voz? Comprender su difícil situación, dos jóvenes ignorantes e inocentes, dos niños de mente maleable que carecen de valores y se ven abocados a descubrir las cosas por sí mismos.

Mark Twain nos ofrece un bello relato en forma de diarios personales de Adán y Eva, imaginando como fue ese aprendizaje, ese conocimiento del uno para el otro, esa contradicción de caracteres que condujo al entendimiento, a la cercanía, a la mutua admiración. Al amor. Inventado por esas dos criaturas que superan en ese acto a su creador que carecía de el ¿Se puede culpabilizar a dos niños ignorantes de sus acciones de forma tan desproporcionada? Solo un ser, o un ente enfermo de resentimiento puede hacerlo, solo un reprimido actuaría de tal modo. Y aquellas criaturas llevadas por la curiosidad que haría tan grande a su raza, desobedecen. Lo hacen con la inconsciencia que les da la falta de maldad, la carencia de experiencia, el rechazo a la sinrazón ¿De qué otro modo hubieran desatado la ira de dios si no fuera por su desconocimiento del miedo y del alcance de sus actos?

El Génesis nos presenta a unos personajes ninguneados y reducidos por la historia, creados para justificar las pautas de una religión que fracasa delante de un analista (Twain) que hace su trabajo desde la compasión a unas criaturas desvalidas; desde el amor, y desde la concordia. Nos muestra un punto de vista ignorado al principio de todo. Una justicia histórica necesaria y poética. Un dardo inteligente que frena de golpe a nuestra equívoca capacidad de dar las cosas por sentado según nos son contadas. La belleza de estos diarios nos concilia con la inocencia, nos invita a mirar con otros ojos a la persona con la que compartimos la vida. Nos imaginamos sin remedio en esa soledad de un paraíso rebosante de todo menos de una cosa: El amor. Esa extraña cualidad humana que nos empatiza con la existencia. Ese soplo de felicidad efímera contra el que luchan algunas religiones monoteístas que zancadillean un sentimiento que no pueden comprender y menos aceptar sin cortapisas, a sabiendas de que su poder se desmoronaría.


Este es un libro para celebrar, para compartir, un libro hermoso que nos saca una sonrisa pues está hilado con un finísimo sentido del humor.

Mark Twain explora las posibilidades que ofrece el relato bíblico para imaginar las reacciones de dos seres condenados a entenderse, y lo plantea no como un castigo, sino como una oportunidad de analizar la necesidad que tenemos de nuestro contrario en un mundo virgen y solitario ¿qué sería de todas las experiencias, de todas las dudas, de todos los descubrimientos, si no tuviéramos a alguien con quién compartirlo? La magnitud de la soledad en un mundo salvaje acabaría por devorarnos. En el relato no hay reproches, los jóvenes abandonan el paraíso y asumen su nueva realidad sin juzgar al que juzgó y los expulsó. Ellos continúan alimentando su inocencia, aprendiendo, descubriendo la amplitud de su carácter y aceptando su destino con todas sus cualidades de su parte, que en un momento dado hacen pronunciar a Adán estas inmortales palabras:

Allí donde estuviera ella, estaba el paraíso.

Rafael Becerra

12 March 2021

REYPUEBLO Diego Armando Maradona di Marco De Luca


Il 25 novembre 2020, il mondo intero è stato attraversato e scosso dalla notizia della scomparsa del più grande interprete del gioco del calcio: Diego Armando Maradona. Così come succede per i grandi uomini che hanno cambiato la storia dell’umanità attraverso il proprio pensiero o la propria arte, il campione argentino appartiene a tutti. Dopo la sua scomparsa, ci siamo tutti risvegliati orfani dell’uomo, dell’icona, che ha rivoluzionato lo sport, e, a suo modo, la storia Novecento, ma soprattutto ci abbiammo provato un senso di smarrimento per aver perso l’incarnazione del nostro ribelle interiore. Perché Diego Armando Maradona rappresentava proprio quello: la perfezione tecnica applicata alla lotta contro le ingiustizie, applicata alla ribellione. Diego, dalle umili origini, la puzza di povertà povertà non se la è mai tolta di dosso, ma nonostante questo, è riuscito, come un eroe, a raggiungere le vette del mondo sportivo e consacrandosi a mito della cultura popolare.

Reypueblo è un tributo all’idolo della nostra infanzia, che oltre a raccogliere gli aforismi più significativi del Pibe de oro, ne ripercorre graficamente la carriera attraverso le illustrazioni digitali di Marco De Luca. In questo libro la traiettoria esistenziale di Maradona diventa una epopea, dove l'eroe si sdoppia in capo-popolo che trascina le masse contro le ingiustizie, e allo stesso tempo vive la solitudine di chi paga a caro prezzo il coraggio delle proprie idee, e soprattutto il fatto di essere il migliore. Attraverso l'accostamento grafico con divinità, eroi, artisti e personaggi storici, il ritratto che viene fuori è quello di un Maradona divinizzato, ma nell’accezione di dio greco, con gli stessi vizi e le stesse virtù degli umani. Quest’opera vuole far rivivere quella che è stata la storia di chi, meglio di tutti, ha incarnato il sogno di chiunque abbia tirato due calci ad un pallone: “giocare un Mondiale e vincere la Coppa del Mondo”, nonostante la povertà e un fisico più adatto a fare il bidello, che l’atleta. Ripercorrendo le imprese, le delusioni e gli eccessi di Diego Armando Maradona, vogliamo rendere omaggio all’uomo che da solo, da Villa Fiorito a Napoli, da Siviglia a Buenos Aires, ha regalato tanta felicità agli ultimi del mondo. Reypueblo di quel popolo da cui proveniva, che continua ad amarlo anche oggi, e che negli anni lo ha elevato a proprio simbolo, liberatore, a proprio Re.


Marco De Luca è un artista digitale, nato a Torino nel 1981. Studiando storia, filosofia e greco antico al liceo classico, ha iniziato a realizzare le caricature dei suoi professori. Nel 2012 si è trasferito in Messico per approfondire gli studi universitari di Iconologia, studi che lo hanno particolarmente stimolato nel suo lavoro artistico. Nel 2020 ha pubblicato Iconoclast Poster (El Doctor Sax), libro in cui ha raccolto i suoi poster nati per desmitizzare le icone del Novecento.

Stampe e tele delle icone di questo libro possono essere acquistate sul sito Web Iconoclast Posters: www.etsy.com/shop/IconoclastPosters 


05 March 2021

L'UOMO ELEFANTE E ALTRI RACCONTI - Frederick Treves

 
A CURA DI 
ARMANDO ROTONDI

COPERTINA: 
MARCO DE LUCA 

Nel 1884, il medico chirurgo Frederick Treves vede per la prima volta il giovane Joseph Merrick, noto come l’Uomo Elefante, esibito come fenomeno da baraccone, in un negozio in prossimità del London Hospital. Incuriosito da Merrick e dalla sua malattia, Treves lo incontra una seconda volta nel 1886, accogliendolo nel suo ospedale. Da quel momento in poi, tra i due nasce un rapporto di amicizia che porterà Merrick a superare le difficoltà della sua condizione e ad integrarsi in un mondo, quello dell’alta società inglese sul finire del XIX Secolo, fino ad allora, a lui sconosciuto. Con grande spirito di osservazione, Treves pennella un ritratto intimo e personale, ma allo stesso tempo fornisce la descrizione clinica di Merrick, facendo emergere le contraddizioni e i paradossi della società vittoriana di fronte alla diversità ripugnante dell’Uomo Elefante. Il racconto ha ispirato David Lynch per la realizzazione suo capolavoro The Elephant Man del 1980, con John Hurt nel ruolo di Joseph Merrick e Anthony Hopkins in quello di Treves. Questo volume contiene anche altri due scritti dello stesso autore: Un amante del mare e In Articulo Mortis.


Sir Frederick Treves (1853-1923) è stato un chirurgo, medico straordinario al servizio personale della regina Vittoria e di Edoardo VII, oltre che uno dei massimi esperti britannici di anatomia umana. Treves, attento osservatore del comportamento umano e della società, deve la sua fama anche alle sue doti di scrittore che lo portarono alla stesura di questi brevi testi, a metà tra racconti e resoconti clinici, raccolti in The Elephant Man and Other Reminiscences (1923), e di volumi sia di carattere scientifico che narrativo quali Surgically Applied Anatomy (1883), Highways and Byways in Dorset (1906), A Student's Handbook of Surgical Operations (1892), Uganda for a Holiday, The Land That is Desolate e The Cradle of the Deep (1908).

«All’età di vent’anni era una creatura senza speranza. Non c’era niente davanti a lui, se non la vista di carrozzoni che strisciavano lungo una strada di file di abbaglianti tende da circo e di schiere di occhi spalancati, alla fine, sullo spettacolo di un uomo distrutto. Chi studia l’evoluzione del carattere umano potrebbe immaginare gli effetti di questa vita brutale su un uomo sensibile e intelligente. È ragionevole pensare che tutto ciò avrebbe dovuto spingerlo ad essere un perfido e maligno misantropo, gonfio di veleno e di odio per i suoi simili, o, altra ipotesi, una persona disperatamente malinconica, ai limiti dell’idiozia. Merrick, tuttavia, non era così.
Era passato attraverso il fuoco e ne era uscito illeso.
I suoi problemi lo avevano nobilitato».


Armando Rotondi ha curato l’introduzione e la traduzione del volume. Rotondi, scrittore e traduttore, è professore e presidente del corso di laurea specialistico in teatro presso lo IAB (Barcelona). Ha insegnato e svolto attività di ricerca presso le Università di Napoli L’Orientale, Federico II, Verona, Bucarest, Bratislava e Toruń. Come traduttore ha curato La storia di Anthony John di Jerome K. Jerome e tradotto testi di Ambrose Bierce e Richard Garnett


25 February 2021

REYPUEBLO Diego Armando Maradona de Marco De Luca


El 25 de noviembre de 2020, el mundo entero quedó conmovido por la noticia de la muerte del mayor intérprete del fútbol: Diego Armando Maradona. Como ocurre con los grandes hombres, los que cambiaron la historia de la humanidad con su pensamiento o su arte, el campeón argentino nos pertenece a todos. Tras su muerte, nos despertamos huérfanos del hombre, del icono, que revolucionó el deporte, y a su manera, la historia del Siglo XX, pero sobre todo sentimos una sensación de desconcierto por haber perdido la encarnación del rebelde que llevamos dentro. Porque Diego Armando Maradona representaba precisamente eso: perfección técnica aplicada a la lucha contra las injusticias, a la rebelión. Diego, ese hedor a pobreza nunca se lo quitó de encima, sería la persona que a pesar de su origen humilde, lograría, como un héroe, llegar a las cumbres del deporte y a consagrarse como mito de la cultura pop.

ReyPueblo es un homenaje al ídolo de nuestra infancia, que además de recopilar los aforismos más significativos del Pibe de oro, traza gráficamente su trayectoria a través de las ilustraciones digitales de Marco De Luca. En este libro, la vida de Maradona se convierte en una epopeya, donde el héroe se escinde entre el líder que arrastra a las masas contra las injusticias, y al mismo tiempo vive la soledad de quien paga a un precio muy alto el coraje de sus ideas y, sobre todo, el hecho de ser el mejor.

A través del traslapo gráfico con divinidades, héroes, artistas y personajes históricos, el retrato que emerge es de un Maradona deificado, pero en el sentido de dios griego, con los mismos vicios y las virtudes de los seres humanos. Esta obra quiere revivir la que fue la historia de quien, más que nadie, encarnó el sueño de todo aquel que ha pateado una pelota: “quiero jugar un Mundial y salir campeón!”, a pesar de la pobreza y un físico más acorde con el de conserje que el de atleta. Recordando los triunfos, las caídas y los excesos de Diego Armando Maradona, queremos rendir homenaje al hombre que solo, desde Villa Fiorito a Nápoles, desde Sevilla a Buenos Aires, regaló mucha felicidad a los últimos del mundo, ReyPueblo de aquella gente humilde y soñadora, como la de donde venía, que sigue amándolo aún más, y que a lo largo de los años lo ha elevado a su propio símbolo, libertador, Rey.



Marco De Luca es un artista digital, nacido en Turín (Italia) en 1981. Estudiando historia, filosofía y griego antiguo en la escuela secundaria, comenzó a hacer las caricaturas de sus profesores. En 2012 se mudó a México para seguir con sus estudios universitarios en Iconografía, estudios que lo inspiraron en su trabajo artístico. En 2020 publicó Iconoclast Posters (El Doctor Sax), un libro en el que recopiló sus posters creados para desmitizar los iconos del Siglo XX.

ReyPueblo (110 páginas en color, pvp 19,99 €) fue ideado como un post-book: de hecho, el lector puede hojearlo normalmente como un libro, pero si lo desea, también puede recortar las ilustraciones individuales para exponerlas como láminas. Cada imagen va acompañada de un aforismo de o sobre Diego Armando Maradona.

Las impresiones y los canvas de los íconos de este libro se pueden comprar en la web Iconoclast Posters.






10 February 2021

UNA ESVÁSTICA EN LA CARA - Luca Buoncristiano

«La vida es como un crimen, 
necesita una narración».

Charles Manson fue el criminal estadounidense más famoso del mundo, conocido por ser el instigador de las masacres de Tate-LaBianca donde murieron siete personas, incluida Sharon Tate, la esposa del director Roman Polanski, embarazada de ocho meses. Charles Manson representa el fin del movimiento hippie y de la cultura del amor libre, considerada por los medios de comunicación de todo el mundo como la encarnación del mal, su figura sigue ejerciendo una fuerte atracción también en el mundo del espectáculo, desde los Guns'n'Roses y Marilyn Manson, hasta la última película de Tarantino Érase una vez en Hollywood.

Con una operación de docuficción literaria, resultado de un juego entre ficción y realidad que utiliza las declaraciones del propio Manson, Luca Buoncristiano construye un monólogo, un íntimo flujo de conciencia, del mismo Manson. El resultado es un autorretrato surrealista y lisérgico, la confesión desesperada de uno de los iconos más famosos del mal, malgré lui.

«El libro de Buoncristiano representa un intento de traslapo, declinado a través de la creación de un formidable flujo de conciencia atribuida al mismo Manson, que se convierte en una "confesión imposible", una reescritura del personaje desde dentro».
(Paolo Melissi – Satisfiction.eu)

Luca Buoncristiano (Roma 1976) autor e ilustrador, ha trabajado para radio y televisión. Colaboró ​​con los escritores Sandro Veronesi y Edoardo Albinati y fue curador del legado artístico de Carmelo Bene. Autor de Joe Rotto, que apareció hace más de diez años en el primer blog italiano dedicado exclusivamente a las ilustraciones, publicó Mary & Joe, Fazi Editore 2007; Panta Carmelo Bene, Bompiani 2012; Libro Rotto, El Doctor Sax 2017; Album Rotto, El Doctor Sax 2018.Una esvástica en la cara es su primer libro publicado en español, fue traducido por Juanjo Monsell.



09 February 2021

SANGUE E LATTE di Eugenio Di Donato su LIBRI LETTI (Instagram)

 


Voto: 7+ Ho letto questo libro tutto d'un fiato, non solo perché è breve (poco più di 100 pagine), ma soprattutto perché è intenso. La trama, scarna ma essenziale, è solo il sottofondo dei veri protagonisti di questo libro: i pensieri. Ho trovato tante riflessioni interessanti, tra cui quelle sul rapporto genitori-figli; in particolar modo mi ha colpito la descrizione della vita dei nonni, così vivida e realistica. 

Ciò che emerge di più dalla lettura di questo libro è l'urgenza dell'autore di comunicare, come uno sfogo (ma ragionato) ciò che ha compreso dalle sue esperienze. Oltre a quelle scritte, ho percepito anche tante parole non dette (non ancora, magari), che scalpitano per uscire fuori. 

06 February 2021

SANGRE Y LECHE de Eugenio di Donato en LAU_LAU_MON (Instagram)


"He dejado mi trabajo como ingeniero, el invocado contrato permanente. Nuestro hijo murió hace cinco años. Nacido muerto dice el informe del hospital. Bajo, a la derecha, en letra legible, tal y como se requiere, la forma del padre, la mía."

Pues así empieza Sangre y leche...
En ella Ludovico nos hace un repaso de su vida, pasado y presente, de lo que eran sus anhelos y en lo que ha resultado su presente.

"Escondí mi sentir para evitar ser defraudado, marginado, incomprendido."

"Me ahogaba, no estaba bien e, impertérrito, continuaba viviendo del mismo modo. Usaba cualquier excusa para eludir las señales de alarma que el cuerpo me enviaba."

He disfrutado mucho su lectura.

05 February 2021

I duellanti di Joseph Conrad - Recensioni dei lettori su Amazon


USSARI COME NOI
Un racconto storico incentrato sugli opposti che si attraggono non per amore ma per onore e morte. Un saggio sottotraccia di cosa sia in fondo la guerra: una vacanza per psicopatici, violenti, assassini, disadattati e ipocriti buoni a nulla tranne per le regole del loro mondo: sia che siano belluini ferali pieni di rabbia che ipocriti carrieristi con divisa e pennacchio. Il coraggio miserevole di due anime che non hanno vero coraggio se non di nascondersi dentro una divisa tra le pieghe della storia.
Alberto

SEMPLICE, EMOZIONANTE E PIACEVOLE
Un libro che consiglio senza riserve agli appassionati del periodo napoleonico.
Si legge davvero con piacere e velocemente, e non lo lascerete finché non scoprirete come va a finire il duello tra i due protagonisti.
Non é perfetto, peró é decisamente piú riuscito rispetto a romanzi piú lunghi e complessi.
Luca

BEL LOOK E BUONA FATTURA PER UN CLASSICO
Un classico ricomprato per mio figlio.

Andrea Covarelli

UNO STUPENDO CLASSICO RITROVATO
Un bellissimo racconto che rende grande giustizia anche al famosissimo film opera prima del grande Scott, chiarendo bene le ragioni dell’ineluttabilità del duello per l’Ufficiale “buono” quando è sfidato dall’attaccabrighe, ma sopratutto spiega il sublime risvolto amoroso e romantico che discende in capo al saggio e magnanimo vincitore del duello finale. Un libro da non perdere per così rileggere con la maggiore attenzione dell’età matura questo classico della letteratura europea.
Mao Litta


20 December 2020

Ombra mai fu di Luca Moccafighe - recensione di Luca Buoncristiano


Luca Moccafighe, autore tra i tanti dei volumi su Jeff Buckley e Nick Cave editi da Arcana, della traduzione di "Il testamento di Magdalen Blair" di Aleister Crowley e dello straordinario "Nella curva dell'essere" dedicato alla vita di Benjamin Fondane poeta, filosofo e cineasta, ucciso dalla follia nazista, torna in libreria con questo piccolo volume dedicato alla bizzarra storia di due fratelli uniti non solo dal sangue ma da un tragico, quanto singolare destino, quello di avere un'ombra sola in due.
Perché consigliare questo libro, perché nelle sue parole perfette, nella sua stesura impeccabile, c'è tutta la risposta ad una letteratura che non contempla più, o quasi, temi e modalità assolute. 
Qui c'è la sfida del tempo, perché pare di leggere un volume a cavallo tra i Secoli scorsi, una parabola o una favola al nero, così lontana da questo presente così poco seducente, eppure così vicina nel cuore di chi li la legge. 
Perché scrivere è anche un modo di essere e tentare un approccio critico al presente. L'uso della lingua che qui viene fatto, di certi arcaicismi, del grotesque, altro non sono che una critica alla contemporaneità e la storia che vi viene narrata è essa stessa una parabola di vita senza tempo ma sempre attuale. Dategli un'occasione, se non altro per provare qualcosa di così anticamente nuovo.
Luca Buoncristiano

18 December 2020

Sangue e latte di Eugenio di Donato su Artemisrory_bookclub - di Federica Piras


Tutto ha avuto inizio da qui, da un semplice messaggio. Un giorno un autore sbucato fuori dal nulla mi ha scritto, sfidandomi con grande ironia e nonchalance – e voi sapete quanto io ami profondamente l'ironia – a leggere il suo romanzo, e magari a commentarlo. Diceva che sarebbe stato un gesto forte da parte mia. 


E così è stato: forte e genuino come il libro di cui ora voglio parlarvi.Ci troviamo in un castello di regole e rigida consuetudine; in aperta campagna, dove il tempo è scandito dai ritmi della semina, del raccolto e delle stagioni, sullo sfondo di una comunità riottosa al nuovo e di una famiglia vecchio stampo. Ma quel tempo è già trascorso, pur sopravvivendo nel presente.

Perché il nostro vissuto ci condiziona sempre, addossandoci il ruolo acclamato e richiesto dalla società. Perché non siamo null'altro che questo: un insieme sconnesso e vacillante di tradizione, abitudini e costumi ereditari. È incredibilmente difficile trovare la propria strada, avventurarsi al di fuori del caldo nido innervato dalla dea Educazione. È puro dolore recidere il legame con le origini, sofferta la lotta per sradicare la memoria, come far deragliare un treno lanciato in corsa lungo una traiettoria già segnata.

In poco più di un centinaio di pagine è condensata tutta l'essenza della fragilità umana, marchingegno difettoso e deciso a fermarsi.
Questa è la storia di Ludovico Travagli, che già nel nome porta i segni della sfida che si chiama vita.

"Latte e sangue", così si dice in Abruzzo per invitare chi si incontra a diventare uomo, a crescere ed evolvere. Ed è proprio questo il fulcro, l'Essenziale.
Non basta esistere per essere. Bisogna anche afferrare, stringere ciò che di buono la vita ha da offrirci.
Rinnegare il passato, questo no, mai: accettarne le implicazioni, perdonare se stessi sempre.
Aprirsi al dialogo, dismettere il giudizio: parlare e finalmente strapparci al vincolo alienante di castrazioni, a cui noi stessi, spesso, ci condanniamo.

Eugenio di Donato ha uno stile che ho amato moltissimo: direi "ermetico" e al contempo estremamente schietto, nudo, graffiante nella sua semplicità. Le parole sono come i tagli su tela di Fontana: ferite aperte, da cui trapela la luce. È stata una delle letture più belle di quest'anno, ha lasciato il segno.

16 December 2020

Fantiana - Scritti su John Fante selezionati da Eduardo Margaretto


COPERTINA:
MARCO DE LUCA

TRADUZIONE:
SILVIA PANTÒ &
FRANCESCO MELCHIOTTI


La nascita di questo volume fa parte di quelle belle coincidenze legate ai libri che ci portano a incontrare persone diverse da noi, per età, provenienza geografica o sociale che, e che grazie alla letteratura, sentiamo immediatamente come nostri amici. È quello che è successo nel dicembre 2015 quando, per la prima volta ho conosciuto Eduardo Margaretto. Da quando abbiamo presentato il suo libro John Fante, vidas y obra (Alrevés, 2015) nella nostra libreria di Valencia, si sono create una serie di sinergie molto intense tra lettori di John Fante che, da quel giorno ad oggi, autunno 2020, ci hanno fatto conoscere nuovi fantiani di varie parti del mondo. Al termine di ogni incontro con Eduardo, ci salutavamo dandoci appuntamento appuntamento alla prossima “Fantiana”, e così siamo andati avanti per anni, fino ad oggi quando Margaretto è riuscito a raccogliere questa splendida selezione di testi su Fante, che include scrittori, giornalisti, librai, insegnanti e semplici lettori, ai quali in qualche modo, lo scrittore italoamericano ha cambiato la vita, come solo la grande letteratura sa fare. Questo libro nasce dal desiderio di celebrare John Fante, che ci ha raccontato che non importa se sei italiano, filippino, americano, un vecchio o quindicenne, uno squattrinato o un ricco signore con la villa a Malibù. Ciò che importa è rimanere vivi, è avere una California da sognare e una Torricella Peligna da portarsi dentro. Sempre. 

Gli scritti su John Fante sono stati selezionati da Eduardo Margaretto, e tradotti in italiano (i contributi originariamente in altre lingue) da Silvia Pantò e Francesco Melchiotti. Questo primo volume include i testi di José Ángel Barrueco, Moisés Stanckowich Isern, Jesús M. Tibau, Francesco Spinoglio, Rosa Capoluongo, Ivan Pozzoni, Vito Sabato, Gloria Guerinoni, Jesús Mir Orea, Desirée D'Anniballe, Olga Jornet, David Vivancos Allepuz, Iván Rojo, Dawn Westlake, Adrián Estévez Iglesias, D.B. Paulksen.